lunedì 20 luglio 2009

Il primo secondo uomo sulla luna.

Oggi 20 luglio 2009 si celebrano i 40 anni dalla "conquista" lunare da parte degli Stati Uniti o, se vogliamo, dell'intera umanità. Da giorni televisioni, giornali e riviste ci documentano e ci fanno rivivere i momenti storici in cui Neil Alden Armstrong mosse i primi passi sulla luna, seguito pochi istanti dopo da Buzz Aldrin, il primo secondo uomo ad andare sulla luna. Quanti di voi, magari profani dell'argomento, conoscevano questo nome prima di questi giorni d' intensiva informazione? Quanti si sarebbero voluti chiamare Armstrong invece che Aldrin? Credo pochi, me compreso. Rinunciare ad entrare oltre che nei libri di storia, nella memoria collettiva, rinunciare all'eterna fama.. perchè?
Negli ultimi giorni un paio di avvenimenti mi hanno fatto ragionare sulla concezione del "secondo": il libro "Che ne è stato di te, Buzz Aldrin?" di J. Harstad e la lettura del blog di Paolo Attivissimo (per capirsi quello delle antibufale) grande appassionato dell'allunaggio e di Aldrin in particolare.

La lettura del libro del giovane autore norvegese è particolarmente illuminante.. è talmente tanto raro sentir il desiderio di essere in ombra, che leggere un libro in cui il protagonista desidera proprio questo fa strano. E fa pensare. E' così scontato voler essere sempre al centro dell'attenzione, essere sempre i primi? Per me fino ad ora si.. egocentrico e competitivo di natura, l'ipotesi di un secondo eterno posto mi fa un pò rabbrividire. Ma quanto tutto questo è effettivamente parte del mio o del vostro carattere, e quanto è invece figlio di una cultura che ci vuole sempre vincenti, perfetti e presenti? Una cultura spesso televisiva, che fin da piccoli ha fatto si che tutti i nostri eroi e punti di riferimento fossero sempre "i primi" e mai "i secondi"..
Non credo che la mia visione della vita cambierà. Non credo che la ricerca di approvazione e successo (in diverse forme) che io, come molti di voi, cercano, si attenuerà o scomparirà dopo aver letto quel libro o questo post.. però credo che valga la pena rifletterci, valga la pena rendersi conto che l'arrivismo infaticabile che contrassegna le nostre vite, a volte le rende solo più stressanti e nervose, andando a porre un velo grigio su momenti altrimenti bellissimi della nostra esistenza. Ripeto, lungi da me il voler essere retorico, penso solo che ogni tanto convenga fermarsi a riflettere, magari leggendosi un bel libro. Magari pensando che Aldrin vale quanto Armstrong e quanto Collins, colui che nella missione Apollo 11 rimase in orbita in torno alla Luna mentre i due pionieri erano avvolti da una "magnifica desolazione".

Permettetemi quindi di chiudere questo post volendo ricordare che ieri, 19 Luglio, ricorrevano 17 anni dall'attentato che portò alla morte di Paolo Borsellino. Evento ieri poco ricordato dai media e dalle istituzioni, offuscato dalle polemiche, che vide venir ucciso non solo una delle figure più importanti della recente storia italiana, ma anche la sua scorta, vittime spesso in ombra, in disparte, il cui ruolo non era stare sotto i riflettori ma difendere chi si era preso l'impegno (e il coraggio) di farlo. La scorta era composta da Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto fu Antonino Vullo.

Mirko

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