
A ormai 30 anni dalla chiusura dei manicomi in Italia, abbiamo scoperto tutti gli orrori che gravavano dentro quelle 4 mura. Molti di noi, specialmente i più giovani, tuttavia, si chiedono come mai siano stati chiusi dei luoghi adatti a controllare la malattia mentale lasciando dei pericoli pubblici in libertà assoluta. Questo è un altro problema, magari economico, di cui potremmo parlare per ore, ma di sicuro non bisogna dimenticare che quei luoghi non erano considerati case di cura, ma prigioni! Erano edifici controllati, con un numero ridotto di medici, i quali tra l'altro utilizzavano l'elettroshock come una moda. L'imperativo era l'ordine e il controllo, a costo di mettere le camicie di forza o isolare al buio una persona per mesi. Insomma, se per sbaglio uno non era pazzo ci diventava.
Finalmente però i nostri amici giapponesi, oltre a fare le foto, hanno risolto questo problema...sei pazzo?Ti ammazzo!
Sì, in Giappone coloro ai quali viene diagnosticata la malattia mentale sono rinchiusi nei bracci della morte. Sono costretti a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo. Spesso la paura di morire peggiora le condizioni di salute degli internati, ma l'importante è che la Società sia pulita da questo morbo.
Una condizione disumana! Saper di dover morire da un momento all'altro, magari rimanendo appesi a questo dubbio per decenni.
Oggi Amnesty International, ha chiesto al governo giapponese di porre fine alla pratica inumana di mettere a morte persone affette da malattia mentale, rendendo pubblico il rapporto "Vite appese a un filo: salute mentale e pena di morte in Giappone".
Della serie...ancora una volta si pone un problema veramente difficile da risolvere mentre la soluzione adottata da certi politici è spicciola, semplicista e in questo caso disumana!
Leggete il breve comunicato a questo link:
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2512
Giovanni
dato che è uscito il tema della violenza, perchè non scrivete qualcosa sulla violenza alle donne(visto anche che proprio qualche giorno fa,il 9 settembre,c'è stata una giornata dedicata a questo!)
RispondiEliminaCara Lettrice,
RispondiEliminail suo consiglio verrà preso in considerazione, ci dia il tempo di informarci e presto un nuovo post al riguardo sarà sfornato.
Staff maidirefine (mirko)
; )
Caro Giovanni,
RispondiEliminai malati mentali NON sono pericoli pubblici, è ormai ampiamente dimostrato. O se lo sono, lo sono come posso esserlo io se stasera mi ubriaco e mi schianto con la macchina contro un povero disgraziato. E te non diresti mai che io dovrei stare in «una struttura adatta a controllarmi», preventivamente, metti caso che mi ubriaco. È stato invece dimostrato che è la libertà che è terapeutica. È stato dimostrato non in teoria ma in pratica, te lo giuro. Ci sono i documenti, le testimonianze. Il resto sono pregiudizi.
E non c'è stato nessun vantaggio economico per nessuno, stai tranquillo, semmai molti poteri costituiti sono stati toccati da quella legge e per questo l'hanno boicottata per trent'anni e continuano a farlo. Grazie a loro oggi la situazione, nel complesso, pare non essere granché migliorata, a parte qualche isola felice. Ti invito a vedere il documentario di Valentina Giovanardi "Code di lucertola".