lunedì 28 dicembre 2009

L'estetica dell' Hi-Fi


Siamo nel periodo natalizio, siamo tutti più buoni, vogliosi di fare tanti regali e riceverne altrettanti.
Tuttavia quest'anno mi sembra di notare più di sempre la corsa a un regalo più…ambizioso!
Credo infatti che sia già iniziata una nuova era.
Mi spiego meglio. Già da qualche mese, nella vita di tutti i giorni, ho notato che si stanno moltiplicando strumenti tecnologici di alto livello e di conseguenza di alto costo.
Si sono moltiplicate le persone che estraggono dal proprio zaino un portatile della Apple oppure un Vaio delle serie di maggior design, le tasche si sono riempite di IPhone, cellulari touchscreen Nokia, Htc, Samsung… o forse sono solo io che ci faccio più caso?!
Poi accendo la tv e, con un po' di attenzione noto il bombardamento continuo che è presente a favore di queste novità.
Infine, giusto per condividere l'esperienze quotidiane, vi sarà capitato di passeggiare per qualche centro commerciale: avete notato il risalto per alcune linee di prodotti come Apple che viene dato a discapito di altri prodotti che fino a poche settimane fa erano al centro del mercato?!Non è cambiato mica niente, il prezzo non si è abbassato drasticamente. E' cambiato solo il punto di vista sulla qualità del prodotto da vendere.
A che serve?Boh..però è bello!
Non discuto la qualità in se per sè, indubbiamente superiore dati i passi da gigante che la tecnologia sta compiendo, però mi fa riflettere l'obiettivo che la società vuole centrare: se la bellezza fin dai tempi primordiali è al centro dell'uomo, madre dei sentimenti più intimi, la tecnologia è figlia solamente dell'ultima generazione. Tuttavia sembra che i tempi siano maturi per un connubio tra i due aspetti… verso un trionfo dell'estetica tecnologica.
Prendiamo, come esempio banale, un qualunque cellulare touchscreen. Chi non lo desidera? Non ci nascondiamo dietro false ipocrisie, sono modelli veramente accattivanti con dietro anni e anni di studio, una tecnologia mozzafiato e un design desiderabile. Eppure siamo ancora indietro rispetto a ciò che ci attende nei prossimi anni: gli sms sono oggettivamente impossibili da scrivere (la vecchia tastiera per ora rimane insostituibile), per i video lo schermo è effettivamente un po' piccolo, così anche per la navigazione su Internet.
Le applicazioni più scaricate sull'AppStore sono semplici videogame, di scarsa grafica, inoltre non abbiamo in mano una console nè tantomeno un joystick. Mancano insomma alcuni dettagli (ma non troppo insignificanti se ci pensiamo bene) che verranno ottimizzati molto molto presto. Per ora però tornando al nostro esempio, abbiamo in mano un gioiellino che non è né un cellulare, né un portatile, allora di cosa si tratta? Come fa un piccolo strumento, con un prezzo fuori dalla portata di molti, con delle funzionalità da rivedere, essere oggetto di desiderio e di sacrifici della società ?L'IPhone per esempio: secondo alcuni analisti le vendite nei prossimi anni si attesteranno su 35 milioni nel 2010, 50 milioni nel 2011 e 80 milioni nel 2012.
Sono cifre esorbitanti che devono far riflettere perché probabilmente segneranno il nostro futuro.
Ormai la tecnologia si è legata all'uomo, il quale non può fare a meno dell'esteriorità di cui la società ogni attimo richiede e allo stesso tempo offre a grande voce.
Saremo più vittime o protagonisti di questo cambiamento? C'è il rischio di vedere persone che non ce la fanno ad arrivare a fine mese ma non si possono privare della televisione negli schienali della propria auto, o altri che per stare al passo coi tempi utilizzano il mini-schermo del proprio videofonino per vedere un film che magari è in tv….?!
La risposta magari si può cercare in tutti quei territori africani o del terzo/quarto mondo in cui si cammina per le strade e si vedono persone morte di fame col cellulare all'orecchio… Non è un bisogno primario, ma è un bisogno che può essere accentuato...
Oscar Wilde diceva: "Viviamo in un'epoca in cui il superfluo è la nostra unica necessità".

Quest'epoca forse ha appena finito di cominciare...visto che per fortuna, o sfortuna delle nostre tasche, il progresso tecnologico è ancora agli albori.

giovedì 24 dicembre 2009

Una religione laica

Nel grande calderone cristiano dei nostri tempi è presente anche una piccola comunità semi sconosciuta: i Valdesi. Forse qualcuno se li ricorda perchè, nella dichiarazione dei redditi, compare, fra le altre, la Chiesa Evangelica Valdese fra i possibili destinatari dell'8 per mille.
Non sono una minoranza ben nota come I Testimoni di Geova, non vanno in giro per le strade cercando di evangelizzare porta a porta.

La loro storia inizia nel medioevo, intorno al 1200, quando un tale di nome Valdo di Lione propose questa nuova religione. Si trattava del primo tentativo di riforma protestante. L'elemento chiave della dottrina è, come in tutta lavisione cattolica, la bibbia insieme alla tradizione orale del ministero papale, considerata infallibile.
Per maggiori dettagli su tutto l'ambaradan relativo alla dottrina, si può dare un'occhiata qui:
http://www.chiesavaldese.org/
http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_evangelica_valdese

Naturlamente i Valdesi dovettero scontrarsi contro la Chiesa cattolica, che deteneva l'egemonia religiosa nel medioevo, in Europa. Furono oggetto di dure persecuzioni, anche nei secoli futuri alla loro nascita.



I Valdesi hanno un particolare modo di intendere la comunità: non hanno gerarchie e non fanno distinzione di grado fra “clero” e “laici”, hanno un ordinamento sinodale-assembleare in cui tutti i membri di chiesa (laici) e i loro ministri hanno uguale dignità e potere, i pastori non sono chiamati in senso particolare "sacerdoti", perché non sono dei mediatori, tutti hanno la stessa posizione. E' ovviamente una concezione molto più democratica della comunità religiosa, rispetto, ad esempio, alla rigida gerarchia della Chiesa cattolica.
Tuttavia può venire il sospetto che questa struttura possa essere mantenuta unicamente perchè la religione valdese ha pochi fedeli. Sarebbe lo stesso se fosse una religione di massa?


E' interessante il fatto che i Valdesi hanno posizioni ben poco anacronistiche sui più importanti temi etici moderni. Riguardo l'Eutanasia la comunità valdese si è espressa favorevolemente, ritendendola una misura di tutela del cittadino, utile per evitare che altri decidano per lui.
Si tratta di una delle poche confessioni che ha questa posizione:
http://it.wikipedia.org/wiki/Eutanasia_e_religione

Analizzando bene questa religione non si può che dedurre che sia una religione tutto sommato molto moderna: relativamente dogmatica, aperta alle strutture democratiche moderne e piuttosto “laica”, se confrontata con, ad esempio, la religione cattolica.
La confessione valdese è sempre stata di nicchia, e quella cattolica di massa. Cosa sarebbe successo se fosse stato il contrario?
A parer mio poteva avere un'influenza determinante sulla storia dell'Italia ma non dell'Europa, e tantomeno del mondo. La rivoluzione scientifica sarebbe comunque stata ostacolata, ma forse non ci sarebbero stati tribunali dell'inquisizione. Può darsi che la “liberalità” valdese avrebbe reso più difficile la diffusione di un pensiero totalitario, e quindi del fascismo. Forse l'Italia dei giorni nostri sarebbe stata un'Italia diversa.

martedì 22 dicembre 2009

Post.it: Piante a secco

Tutti sanno che se non annaffiate le piante muoiono. Le condizioni ambientali avverse infatti creano gravi problemi alle colture. Non riducono solo la quantità dei raccolti ma anche le risorse economiche degli agricoltori. Da tempo è noto che le piante in condizioni avverse, aumentano la produzione di un recettore ormonale, chiamato ABA, che, se attivato, lancia nella pianta un meccanismo di protezione dallo stress. A maggio di questo anno un team di ricerca è riuscito a indentificaree un composto chimico in grado di "convincere" la pianta a produrre molto ABA e da proteggersi così in modo più efficente.
È facile intuire quali enormi vantaggi potrebbe portare soprattutto in aree spesso colpite da siccità cronica.

lunedì 21 dicembre 2009

Omicidi Legalizzati


Premetto fin da subito di non voler parlare in questo post prenatalizio di un tema come la pena di morte, promettendo di tornare sull'argomento in futuro. Non mi preme in questo momento discutere sui diversi punti di vista che rinnegano o favoreggiano la pena di morte, nè tantomeno ripercorrere la storia di questa cruda realtà mondiale.
Vorrei invece riflettere su cosa comporta per una persona essere condannata alla morte con preavviso, specialmente su una mente minorenne, specialmente quando si ignorano dei trattati internazionali.
E' bene sapere che nel mondo si eseguono delle condanne a morte su reati compiuti da minorenni. Tali reati non significano obbligatoriamente omicidi. I ragazzi di 15,16,17 anni destinato al braccio della morte non sono necessariamente dei serial killer, se non perchè magari non hanno avuto nemmeno il tempo di diventarlo...
Mosleh Zamani è stato impiccato giovedì 17 dicembre 2009 nella prigione di Dizel Abad, a Kermanshah in Iran: Zamani era stato condannato a morte nel 2006, quando aveva 17 anni, per il presunto stupro della fidanzata. Quest'ultima ha inutilmente chiesto che l'impiccagione non avesse luogo, affermando che il rapporto sessuale era stato consensuale. Il giudice della corte d'appello non ha tenuto conto di queste dichiarazioni, affermando che Zamani doveva essere messo a morte "per dare l'esempio" ai giovani iraniani.
Si è trattato almeno della quinta esecuzione di un minorenne al momento del reato in Iran nel corso dell'anno, almeno la 46ma dal 1990.
Sempre in Iran l'esecuzione di Mohammad Reza Haddadi, prevista mercoledì 9 dicembre 2009, è stata sospesa per la quarta volta, anche in questo caso grazie agli sforzi degli avvocati e degli appelli di Amnesty Intenational. Haddadi, condannato a morte nel 2004 per un reato commesso all'età di 15 anni, era stato già a un passo dall'impiccagione il 14 ottobre 2008 e, nel 2009, il 27 maggio e il 16 luglio.
Ora, vogliamo pensare cosa significhi rimandare la propria morte? Vogliamo rabbrividire sul fatto che una persona perde la propria vita per un errore compiuto quando ancora non si è sviluppati?
Questi paesi incivili (compresi Stati molto noti e "Occidentalizzati") non rispettano nemmeno le convenzioni prese con il resto del mondo: esistono dei trattati internazionali che proibiscono la pena di morte per reati compiuti da minorenni. Purtroppo sono solo trattati, in realtà le grande potenze preferiscono stare a guardare, anche perchè non è semplice venire a conoscenza di certi omicidi nè si può ostacolarli così facilmente.
Certe primordialità non hanno ritegno per l'essere umano e giocano sulla vita di ragazzi, colpevoli, ma ragazzi....per non parlare dell'aspetto più tragico della faccenda: non è sempre possibile e presente il beneficio del dubbio?! Con quale facilità si gestisce la vita e la morte di ragazzi che al 99% sono colpevoli ma che all'1% possono aver fatto sesso consensualmente...?!
Personalmente non mi stupisco di nulla, ma provo vergogna per come l'uomo in molti aspetti sia molto vicino alla condizione animale.

Fonte: Amnesty International

domenica 20 dicembre 2009

Post.it: Chagall a Pisa


Fino al 17 gennaio 2010 a Pisa, presso Blu - Palazzo d'arte e cultura, potrete visitare la mostra "Chagall e il mediterraneo" 150 opere (dipinti, sculture e ceramiche) del grande artista russo realizzate a partire dal 1926, anno del suo primo incontro con i colori del mediterraneo.
Intero: 8,00 euro Ridotto: 6,50 euro
Il museo nell'autunno del 2010 vedrà un altro protagonista dell'arte del XX secolo confrontarsi con il mediterraneo: Joan Mirò.

sabato 19 dicembre 2009

Il mio eroe Topolino

Tutti lo conoscono, molti l'hanno letto o hanno visto i suoi cartoni animati da bambini (e anche dopo), e c'è chi ha realizzato la potenza comunicativa di questo soggetto. Topolino, insieme al mondo Disney, da quando si è inserito nel mercato della fantasia, è vittima di una feroce gara per acquistare un pezzo
della sua immagine.

Questo sfruttamento non è mai stato unidirezionale: nel 1935 la Società delle nazioni, l'ONU dell'epoca, nominò Topolino "simbolo internazionale di buona volontà" proponendolo come figura pacifica, eppure durante la guerra furono realizzati numerosi cartoni animati dove i nostri eroi combattevano, dalla parte
giusta naturalmente.

E' ovvio che il mondo di Topolino sia
solo una caricatura della realtà, dove
tutto è grottesco e più vicino al mondo
dei bambini. Come potrebbe essere
altrimenti? Se da bambino avessi
trovato su Topolino del piatto realismo,
non l'avrei letto a lungo.
Ma Topolino influisce tantissimo nel
nostro mondo, ci parla con la sua voce
buffa o attraverso i baloons dei fumetti.
Costruendo il mondo alternativo disneyano, gli autori in qualche senso hanno sempre fatto riferimento alla nostra realtà.


A prima vista come non notare quanto sia "proletario" il povero Paperino, perseguitato dallo zio miliardario e sfruttatore, o quanto sia "borghese" la figura di Topolino?

C'è chi ha letto nel "proletario" Paperino un messaggio profondo.
I primi a muovere critiche in tal senso furono due studiosi cileni, vissuti nei primi anni settanta nel Cile socialista e antiamericano di Allende.
I due non hanno risparmiato colpi ai fumetti disneyani, tacciandoli di propaganda al modello di vita statunitense, e arrivando addirittura a inquadrare Paperino come simbolo di tale cultura. Un estratto del
loro libro Come leggere Paperino dice:

"Finché la sua figura sorridente passeggerà innocentemente per le strade del nostro paese, finché Paperino sarà potere e rappresentazione collettiva, l'imperialismo e la borghesia potranno dormire sonni tranquilli."


Sembra quindi che Topolino proponga un messaggio tutto sommato tradizionalista.

Eppure, qualche anno fa, su qualche numero di Topolino furono pubblicate “Le Elezioni di Topolino”, per far giocare i bambini alla democrazia. Le liste candidate erano tre, fra queste la lista di centro-destra presentava elementi "negativi" come Rockerduck, il miliardario antagonista a Paperon de Paperoni (anche lui in lista) o Nonno Bassotto, e solo la lista di centro-sinistra non aveva personaggi "cattivi".
Sebbene ovattato dalla finzione fumettistica, questo sembrerebbe un messaggio chiaro da parte della redazione.

Ci sono molte storie del "topo" dove Paperon de Paperoni agisce da capitalista senza scrupoli, per esempio a danno dei suoi dipendenti, o dell'ambiente, ma la storia finisce sempre con zio Paperone che riceve una lezione. Per fare un altro esempio, su Topolino n. 1485 del 1984, c'è una storia che parla degli Alpini, presentati come eroi difensori della patria, in contrasto con i messaggi pacifisti dei volumi più recenti.

In conclusione, è poco probabile che Topolino abbia un messaggio politico unidirezionale, sembra invece che sia stato oggetto di strumentalizzazione da parte di tutti quelli che l'abbiano valutato un buon mezzo di comunicazione

mercoledì 16 dicembre 2009

Fini, chi era costui?

Gianfranco Fini non è un personaggio facile. La sua popolarità è schizzata a livelli altissimi negli ultimi tempi e l'uomo che veniva additato da molti gruppi di sinistra come un fascista viene ora consacrato come ultimo difensore dei diritti costituzionali del parlamento. La sua storia è fatta infatti di molteplici “inversioni a U” (o ribaltoni nel gergo politico):

nel 1968, a sedici anni, si ritrova coinvolto in alcuni scontri davanti ad un cinema dove un gruppo di militanti di sinistra stava contestando la proiezione del controverso film sul Vietnam Berretti verdi, episodio che lo spinge ad iscriversi alla Giovane Italia. Molti anni dopo racconterà in un'intervista:

"Non avevo precise opinioni politiche. Mi piaceva John Wayne, tutto qui. Arrivato al cinema, beccai spintoni, sputi, calci, strilli perché gli estremisti rossi non volevano farci entrare. E così per reagire a tanta arroganza andai a curiosare nella sede cittadina della Giovane Italia. "


Inizia così la sua carriera politica nel Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano divendedo ben resto il preferito di Almirante, fondatore del movimento. Nell'autunno del 1993 decide di correre per la carica di sindaco di Roma, arrivando al ballottaggio contro Francesco Rutelli. Per la prima volta un esponente del MSI riceve un largo supporto. L'imprenditore Silvio Berlusconi, non ancora attivo protagonista della politica italiana, afferma in quella occasione la propria scelta elettorale ribadendo che: "Se votassi a Roma, la mia preferenza andrebbe a Fini". È opinione difatti diffusa che l'entrata reale in politica di Fini sia dovuta al Cavaliere.
Negli anni del MSI le sue posizioni non sono certo dubbiose :

«Credo ancora nel fascismo, sì, ci credo» (19 agosto 1989); «Nessuno può chiederci abiure della nostra matrice fascista» (Il Giornale, 5 gennaio 1990); «Mussolini è stato il più grande statista nel secolo. E se vivesse oggi, garantirebbe la libertà degli italiani» (30 settembre 1992);

Ma ecco che nel '92 la prima grande svolta : con il congresso di Fiuggi nel '95 fonda Allenaza Nazionale e segna il primo grande distacco dalle posizioni filo fasciste :
«È giusto chiedere alla destra italiana di affermare senza reticenza che l'antifascismo fu un momento storicamente essenziale per il ritorno dei valori democratici che il fascismo aveva conculcato». Più recentemente durante la sua prima visita in veste ufficiale in Israele nel 2003, ha denunciato gli errori del fascismo e la tragedia dell'Olocausto, definendo le leggi razziali promosse dal regime fascista come «male assoluto del XX secolo». Molti organi mediatici hanno riportato la dichiarazione estendendo il concetto di male assoluto allo stesso Fascismo.

Alleanza nazionale resta per tutta la sua durata un partito vicino a Forza Italia pur conservando una certa indipendenza, soprattutto per il distacco preso su temi etici e di immigrazione. Dal 2001 al 2006 ha ricopre l'incarico di vicepresidente del Consiglio nel secondo governo Berlusconi e promulga alcune leggi molto discusse. Una è la cosiddetta Bossi-Fini sull'immigrazione e l'altra la Fini-Giovanardi per la regolamentazione delle droghe. Con la Bossi-Fini viene fuori, almeno in parte, il pensiero sull'immigrazione:
Non contesto una politica all'insegna della legalità e del rigore, del controllo delle frontiere: il problema non è il rigore, ma accanto a questo serve un'altra politica altrettanto sentita all'insegna dell'integrazione”.

Il decreto verte soprattutto sulla modalità di accetazione, vengono espulsi i clandestini senza un lavoro o un redditto minimo per poterlo cercare, i minori possono rimanare fino ai 18 anni quando avranno il permesso di soggiorno. La legge solleva alcune paure di Amnesty international in quanto poco chiara sulla modalità di richiesta di diritto di asilo.

Ma veniamo all'ultima grande inversione. Dopo la fondazione da parte di Berlusconi del Pdl nel 2006 Fini non ne vuole sapere di unirsi:

ANSA) - ROMA, 9 DIC - Fini dice definitivamente 'no' ad un ingresso nel Pdl e annuncia 'l'ostruzionismo' alla riforma elettorale Vassallo, una 'legge truffa'. 'Non esiste che An si sciolga e confluisca nel nuovo partito, di cui non si capiscono valori, programmi, classe dirigente', ha detto. 'Comportarsi come Berlusconi non ha a che fare con il teatrino della politica, significa essere alle comiche finali
'

Fini teme che il Pdl sia un partito che, come è nato dall'idea di una persona sola, viva in funzione di una persona sola. Vede pericoloso il carisma di Berlusconi e il suo culto della personalità.
Tuttavia, la caduta del governo Prodi lo fa riavvicinare a Berlusconi, con cui si accorda per presentare alle imminenti elezioni del 13 e 14 aprile, An e FI sotto il simbolo del Popolo della Libertà, passo iniziale per la costruzione di un unico soggetto politico di centrodestra. Così egli spiega perché ha scelto di far aderire An al neonato Popolo delle Libertà, dopo le incomprensioni degli ultimi mesi:

« È cambiato il patto politico. Ero e sono contrario a confluire in un partito deciso unilateralmente da Berlusconi, della serie: prendere o lasciare. Così non è: tutto quello che stiamo costruendo e che costruiremo fa parte di un progetto condiviso assieme. Il Popolo della libertà che stiamo proponendo agli italiani non nasce a San Babila, sul predellino o ai gazebo: nascerà nell'urna il 13 e 14 aprile. » E ancora : “Pdl dovrà essere un partito ampio, plurale, inclusivo ed unitario”, e perciò “non un partito a pensiero unico”. E proprio An sarà la sentinella che garantirà “che il Pdl non diventi il partito di una persona, ma di una nazione” [..] Berlusconi stesso sa che la leadership forte non potrà mai in nessun caso essere culto della personalità”

Fini dunque sembra si sia convinto, il Pdl forse può rappresentare l'avvenire della destra italiana e sarebbe un male per l'italia non entrare. Tiene comunque un occhio vigile perchè conosce i suoi polli.
Forse le cose tuttavia non sono andate esattamente come si aspettava. I suoi timori su Berlusconi si sono dimostrati più che fondati e adesso rischia di essere una voce fuori dal coro. Le accuse dunque di dar di contro al Presidente solo per lustro personale dunque sembrano esser smentite dal suo pensiero storico che, come visto, negli ultimi anni si è concentrato su questioni costituzionali e di diritti.
Tutti questi ripensamenti dunque sono merito di un cammino di crescita di un politico di destra sempre più orientato su una destra “liberale e riformista” di stampo europeo o di un abile scrutatore di folle, sempre pronto a dire ciò che tutti vogliono?
Ci torneremo al più presto.

martedì 15 dicembre 2009

Post.it: le dimensioni dell'universo


Un ricercatore in servizio in un osservatorio delle Hawaii ha escogitato un piccolo e semplice esperimento per dare ai visitatori una vaga idea delle dimensioni dell'universo: allungare un braccio e alzare il pollice. Se vi state chiedendo come questo possa aiutarvi, provate anche voi, tenendo conto però che nella porzione di cielo coperta dal vostro pollice un telescopio di un osservatorio può individuare mediamente 250.000 galassie, ovvero tra i 100 e i 200 miliardi di stelle.

lunedì 14 dicembre 2009

Un Paese dalle due facce


In settimana ho avuto la curiosità di dare un'occhiata ai video più visti del celebre Youtube...non avevo in mente qualcosa di particolare ma quello che ho notato mi ha lasciato leggermente perplesso. Forse sono solo dettagli, ma vorrei rifletterci sopra: tra i primi 15-20 video più visti i temi erano solo 2. Un bipolarismo forte, acceso, diametralmente opposto: la tragica vicenda dell'asilo di Pistoia da un lato, un bacio a sorpresa nella casa del grande fratello dall'altro...
Questo era quello che Youtube faceva notare, ciò che milioni di italiani avevano maggiormente visto negli ultimi giorni.
Una tragedia come alcune maestre da linciaggio a braccetto con la tremenda leggerezza di un reality. La cronaca nera che sposa il gossip assoluto.
In realtà è anche giusto che una persona si informi di ciò che succede, sia per quanto riguarda fatti pesanti, sia momenti di sorriso; serve un equilibrio quotidiano tra serietà e leggerezza (questo blog ne è un esempio) ma ciò che mi ha un po' confuso sta nel fatto che c'erano solo quei tipi di video, nient'altro! Nè rubriche di giornalisti eccelsi come Travaglio, nè video su Berlusconi, nè filmati politico-sociali,nè qualcosa di artistico-letterario, insomma niente di impegnativo per la mente. Sarà colpa di Youtube?!
Il mio dubbio, che vorrei condividere con voi lettori è il seguente: non è che la maggioranza di questo popolo preferisce non pensare, o meglio riflettere, riguardo a tematiche impegnative, mentre preferisce notizie di cronaca, filmati piccanti, scene divertenti ecc?! E' strano vedere questo squilibrio, ma forse è proprio ciò che fa "audience".
Tutto questo può anche andar bene, basta però non lamentarsi se ci sono telegiornali come Studio Aperto, se le notizie per il 90% riguardano la cronaca nera, la cronaca rosa e il calcio. Non dobbiamo sorprendersi se i giornali o la tv discutono per giorni, settimane, mesi, anni su delitti ormai famosi, sulla statuetta che ha rischiato di uccidere il Premier, sulle offese di Mourinho...è ciò che la maggioranza di noi preferisce ascoltare, magari dopo una lunga e faticosa giornata di studio o di lavoro.
A volte si preferisce vedere il grande fratello piuttosto che un film tematico, leggere un blog e non commentare, ascoltare un dibattito e non schierarsi mai, assistere a una lezione ma non partecipare, alzarsi ma non vivere la giornata a pieno.
Sono scelte... coscienti del rischio che intanto ci passino sotto il naso avvenimenti storici, riforme incostituzionali, personaggi mafiosi oppure persone meravigliose, fatti emozionanti, gesti eroici...senza che nessuno se ne accorga.

domenica 13 dicembre 2009

Post.it: il rock contro il muro

Nel 1979 i giovani di tutta europa videro cominciare a realizzarsi il sogno di un cambio di mentalità generale: con l'uscita dell'album "The Wall" del gruppo inglese Pink floyd veniva ricordato a tutti l'esistenza di un "Muro" nella vita di tutti:
"Soli o a coppie / quelli che davvero ti amano / camminano su e giù fuori dal muro". L'album parlava dell'incomunicabilità tra le persone e per questo nell'era dei "muri" delle ideologie, realizzatisi nel vero muro tra le due Berlino, rappresentò l'inizio di un decennio di cambiamenti.
Nel 1990 i berlinesi stessi chiesero alla band di esibirsi nella città riunificata, in uno dei concerti più importanti della storia del rock.

sabato 12 dicembre 2009

Le conseguenze di Facebook & Co.


Le nostre identità, con il fenomeno del web 2.0 e dei social network, sono uscite dall'anonimato ed entrate nel grande calderone che oggi è la rete. Il processo è stato graduale e lievemente tamponato dalla pratica dei nickname, ma con il grande avvento di Facebook ogni barriera è caduta. Se nel grande oceano di identità visibili ogni identità diventa conseguentemente invisibile (l'esempio autoreferenziale del nostro blog ne è una prova: non abbiamo infatti avuto un innalzamento di lettori, come speravamo, nonostante il nostro approdo su facebook) è anche vero che chi cerca trova, e basta anche cercare poco.

Ma non tutti i mali vengon per nuocere, almeno per qualche genitore. E' infatti notizia di una settimana fa (La Repubblica) che negli Stati Uniti partirà a gennaio un nuovo servizio online che consentirà ai genitori di sapere tutto quello che i figli minorenni fanno. Safety Web, questo il nome del sistema, non sfrutta gli ormai obsoleti sistemi di protezione internet e parental control, ma tutte le informazioni fruibili legalmente da internet. Il servizio quindi si propone non di controllare passo passo ogni pagina che visita l'adolescente, ma di visionare i comportamenti a rischio, frequentazioni strane e suggerisce anche i metodi migliori per far si che questi non avvengano.

Come sottolinea il giornalista di Rupubblica (J. D'Alessandro) è un'operazione che ipoteticamente potrebbe fare chiunque, tempo e capacità permettendo. Questo forse è uno dei punti più controversi.. oggi è possibile violare altre identità, in maniera legale, e tutto per colpa/merito nostro, che immettiamo informazioni.
Sempre la settimana scorsa, su tutti i nostri account di Facebook è apparso un "Annuncio relativo alla privacy". Secondo l'avviso, avremmo potuto avere un maggior controllo sulla gestione delle informazioni personali. Vi invito a leggere l'ottimo articolo di Paolo Attivissimo, che ci spiega come, alla fine, le nuove "normative" ci spingerebbero a condividere pubblicamente più informazioni che in passato.

Anche il boss del social network Marc Zuckerberg si è deciso a sbandierare la su privacy rendendo pubbliche per la prima volta foto personali (qui sopra un simpatico esempio) e altri vari dati.

Combattere questo sistema, forse è impossibile. La società va avanti e con lei pure tendenze e modi di fare, di vivere, di intendere un concetto. Nonostante questo mi viene da domandarmi se forse non è il caso di farsi furbi, e di prendere precauzioni finchè siamo in tempo.

Mirko




venerdì 11 dicembre 2009

Post.it: Litfiba, torna Pelù


I Litfiba di Pierò Pelù e Ghigo Renzulli tornano insieme per una tournè primaverile che toccherà le città di Roma, Milano, Firenze e Arcireale. Non si sanno ancora i nomi dei musicisti che li accompagneranno, ma l'attesa è comunque grande per i due nomi che più di tutti hanno segnato la storia della musica rock italiana.

giovedì 10 dicembre 2009

Post.it: Short Tennis

Tennis o Ping-Pong?Short Tennis...
E' un incrocio fra il tennis ed il ping-pong: il tavolo misura 3,67m per 2,30m, è alto 0,73m, mentre la retina misura 25cm. Con un pizzico di fantasia un tavolo simile si può "costruire in casa" affiancando due tavoli da tennis-tavolo. Si gioca come a tennis: si hanno due palle per il servizio che va effettuato direttamente sulla metà opposta del campo avversario (ma la palla non può essere colpita al di sopra delle spalle) e durante il gioco non è necessario attendere il rimbalzo. Le racchette sono leggermente più grandi di quelle del tennis-tavolo, come pure le palline. Di questo nuovo sport, tutto da provare, si è costituita una nuova federazione italiana. Il punteggio, i cambi campo e di zona servizio, sono uguali al tennis.

mercoledì 9 dicembre 2009

La fame di riforme, la nausea da democrazia


L'attuale governo è salito al potere garantendo un numero incredibile di riforme. Il governo prodi prometteva anche lui riforme ma è stato accusato proprio di incapacità riformista. L'Italia ha bisogno di riforme. Tutto gli apparati, l'istruzione, i trasporti, la sanità , la publica amministrazione, sono invischiati in una melma storica con caste e decreti risalenti agli anni "grassi" della DC e del PSI se non dall'era fascista. E gli italiani sono stufi. Dai primi anni della “seconda republica” si è sentita sempre più forte la necessità di uno svecchiamento. L'Europa preme perchè si rispettino i suoi parametri e la corsa al rispetto degli altri nella nuova Comunità è feroce. Per questi e infiniti altri motivi la generazione 1950 – 1970 in particolare, è stanca delle solite “chiacchere” e vuole vedere i “fatti”. Un sentimento popolare ben interpretato da questo governo, il quale ha promesso di applicare un modello efficiente di tipo “aziendale” alla costruzione della nuova italia. E aziendale lo è stato, almeno nella modalità di legiferazione:

la puntata di Report del 22-11-09 mette perfettamente in luce come si stia vivendo uno slittamento progressivo del potere legislativo dai rami del parlamento all’esecutivo dall’inizio della cosiddetta seconda repubblica in poi. Come?

Realizzando il programma di governo attraverso decreti legge d’urgenza e disegni di legge di iniziativa governativa combinati alla richiesta di fiducia. Risultato? Tempi contingentati, blocco di emendamenti di qualsiasi tipo in aula e votazione. Fino a oggi nel corso di questa legislatura è stata chiesta la fiducia per 26 volte - l’ultima sulla privatizzazione dell’acqua - e il lavoro delle camere è ridotto sempre più a una ratifica di decisioni prese dal governo.

In Italia la questione di fiducia è un istituto parlamentare riservato al Governo e disciplinato dai regolamenti interni della Camera (art. 116) e, in modo più succinto, del Senato (art. 161). In pratica si presenta una legge e se ne chiede direttamente l'approvazione dal parlamento annullando tutte le possibili correzione (emendamenti). Il parlamento vota e se vincono i favorevoli la legge passa. Punto. Per regolamento deve essere utilizzata sulo in casi di “particolare urgenza o necessità” e il presidente della republica vigila che tale regola non sia violata.

La democrazia ne risente. Il potere diviene espressione del solo gruppo di maggioranza mentre tutti gli altri perdono voce. Il risultato è una estremizzazione della politica in cui chi comanda ha sempre la meglio su tutti e lo stato finisce per non rappresentare il popolo. Anche il governo diviene più debole, perchè non riesce a prendere consensi dove non ne ha e il cittadino si sente sempre più escluso ed estraneo alla politica.

Esemplare per la sua diversità è il caso in Francia di Ségolène Royal: prima delle ultime elezioni presidenziali, di fronte a quella che è una crisi delle rappresentanza dei cittadini in politica, lanciò una sfida: una terza camera di cittadini sorteggiati in un campione molto vasto, in modo da rappresentare efficacemente la società, a cui governo e parlamento deve rendere conto. Successe un finimondo da destra a sinistra, partito socialista compreso. Attualmente la Royal sta sperimentando la democrazia partecipativa a Poitiers nella regione che presiede. E pare che sia un successo (vedi video, primi 5 min.)

Sembra dunque che l'italia preferisca sempre scegliere qualcuno che la comandi piuttosto che partecipare lei stessa al comando.Sarà per necessità o per vizio?

Post.it: l'arte realistica


Un giorno un uomo, vedendo un quadro del pittore spagnolo Pablo Picasso, lo criticò perché a suo avviso creava arte poco realistica. Picasso quindi gli chiese "Mi può mostrare dell'arte realistica?" L'uomo gli mostrò la foto della moglie. Picasso osservò "Quindi sua moglie è alta 5 centimetri, bidimensionale, senza braccia ne gambe, e senza colori ma solo in sfumature di grigio?"

martedì 8 dicembre 2009

La paura e la speranza a Copenhagen



Il filmato è stato proiettato all'apertura della conferenza COP-15 di Copenhagen, il più grande e importante meeting internazionale sul tema del clima e dei cambiamenti climatici.
Il messaggio è chiaro: ora o mai più. Anche se scende un po' troppo nel catastrofismo di stampo Holywoodiano è tuttavia fondamentale che il messaggio alla politica sia il più incisivo possibile.

lunedì 7 dicembre 2009

Regali alle mafie


State vedendo quanta pubblicità il governo si sta facendo con gli ultimi arresti mafiosi...?!Per l'amor del cielo, menomale è attiva anche a livello nazionale una lotta contro la mafia ma come sempre, mi chiedo come mai non ci informino su tutto!?
Se da un lato il governo sta combattendo la mafia, perchè dall'altro le ridona i beni appena confiscati?!Sì, questa è la nuova idea governativa.
Tredici anni fa i cittadini italiani firmarono una petizione per donare alla comunità i beni confiscati dallo Stato alla malavita. Una legge giusta, apprezzabile, la quale "rubava" ai delinquenti per favorire la società. Si poteva raggiungere un beneficio comune senza alcuna spesa.
Tutto questo però era troppo bello per essere vero oltre a non rendere in termini economici allo Stato, ecco che un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi.
Ora, per chi non ha capito, secondo voi, chi andrà alle aste pubbliche a comprare legalmente i terreni, le case, i magazzini appena sottratti alle mafie?! Forse le organizzazioni mafiose hanno difficoltà a mascherare la loro presenza? Hanno problemi economici?
Un emendamento che in pratica toglie i beni alle mafie per ridarglieli sotto forma di pagamento. In questo modo ci guadagna sia la Mafia che lo Stato...
Tutto questo però sarà stato fatto per dei motivi oggettivi che rendono difficile il riutilizzo sociale dei beni. E quindi? Questo deve giustificare l'emendamento?!
Invece di facilitare la confisca e il reintegro sociale, si facilita la vendita alla mafia? Invece di risarcire le famiglie delle vittime o valorizzare chi dona la propria vita per combattere la criminalità organizzata si preferisce arrendersi a causa della difficile burocrazia?!
Questa è la politica di oggi?! Una superficialità che giustifica il qualunquismo e che ha un effetto dirompente sulla credibilità delle istituzioni.
Si annullano i gesti valorosi di chi sceglie di non pagare il pizzo, delle forze dell'ordine e della magistratura, di tutto ciò che vuol limitare la Mafia.
Per queste ragioni, noi cittadini dovremmo chiedere al governo e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l'emendamento sulla vendita dei beni confiscati (qui puoi aderire all'appello). La Mafia è la zavorra di questo Paese e se alcuni politici ci sono dentro fino al collo, anche le persone come noi hanno il dovere di tenere gli occhi aperti e smettere di essere visti dal resto del mondo come "Mafia e spaghetti".
Come si legge sul sito PeaceLink: non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti "cosa nostra"!

venerdì 4 dicembre 2009

Post.it: Spider colla

La tela del ragno ha sempre affascinato gli scienziati non solo per la sua perfezione di costruzione, ma soprattutto per l'incredibile resistenza della seta di cui è formato. Tuttavia, l'efficienza della tela come strumento di cattura di prede dipende soprattutto da un sottilissimo strato di "colla" che riveste i singoli filamenti. Il potere adesivo è dato dalla presenza sui filamenti della tela di piccoli noduli di glicoproteine dei quali un gruppo di ricercatori dell'Università del Wyoming a Laramie è riuscito a identificare i geni che codificano per due di tali glicoproteine. Si può quindi ora pensare a una produzione su larga scala di queste glicoproteine per lo sviluppo e la produzione di nuove biocolle dalle molteplici applicazioni.

Grazie Berlusconi


Nell'ultimo anno il governo ha intensificato i rapporti con il presidente Bielorusso Lukashenko, prima lui viene in visita in Italia, e di recente il nostro presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, è andato in visita a Minsk.
Tripudio di commenti, tutti negativi! Berlusconi deve avere una politica estera chiara, Berlusconi non si rende conto, Berlusconi fa troppi complimenti.. insomma, credo che tutto questo sia assolutamente esagerato. Fermiamoci un secondo a pensare ai risvolti positivi: dopo anni di silenzi, la Bielorussia e il suo presidente, sono finalmente balzati alle cronache!
Io ad esempio, non sapevo nulla della "Russia Bianca", e grazie a questa vicenda, mi son potuto informare.

Il 27 luglio 1990 la Bielorussia (Belarus, come andrebbe chiamata) si rende indipendente dall' URSS, e nel 1994, dopo l'approvazione della nuova costituzione, sale al potere Aleksandr Lukashenko, che inizia da subito ad attuare una politica molto diversa rispetto alle altre repubbliche ex-sovietiche.
Assolutamente contro il libero mercato e paladino di un'operazione di "parlamento pulito" contro la corruzione, Lukashenko conquista sempre più la simpatia degli elettori, rifiuta riforme economiche (assolutamente necessarie all'epoca) e stringe patti con la vicina Russia per le forniture di gas. Per questo la Bielorussia viene esclusa dal fondo monetario internazionale.

Man mano gli atteggiamenti del presidente si fanno sempre più dittatoriali, seguono grandi incidenti diplomatici con gli Stati Uniti (1995), e strane riforme tra cui il controllo alle belle ragazze bielorusse (2005), le quali dichiarate "bellezze strategiche nazionali" non possono lasciare il paese, o ancora i vari referendum per poter aumentare, fino a rendere illimitate, le possibilità di ricandidarsi come presidente. Poi la completa assenza di libertà di stampa, la mancanza di veri oppositori, la forte amicizia con Putin, hanno reso quella bielorussa famosa come l'ultima dittatura d'Europa. E' infatti esclusa dal Consiglio d'Europa (unica nazione del continente) e dal 1995 vive praticamente chiusa in se stessa, ricevendo visite da personaggi come Gheddafi, Chavez o Ahmadinejad.
Sono in molti a sostenere che il referendum del 2005 e le elezioni del 2006 siano state truccate e anti-domocratiche. Nonostante tutto il Bat'ka (padre, come viene chiamato Lukashenko) gode di una forte popolarità in patria.

Il 2009 è l'anno in cui i rapporti con il mondo esterno si fanno decisamente più intensi, grazie soprattutto al nostro governo e al presidente Silvio Berlusconi.

Insomma che dire, grazie Silvio, grazie perché ho potuto imparare tantissime cose che non sapevo, perché adesso, grazie alla tua politica estera assolutamente incoerente, conosco un dittatore in più.

Grazie, Silvio Berlusconi.

Mirko

giovedì 3 dicembre 2009

Post.it: Downhill freeride


Chi conosce il Downhill freeride? Parliamo di una disciplina derivata dalla mountainbike che consiste nel percorrere in discesa e con rapidità dei percorsi naturali scoscesi e impietosi, quasi sempre dei sentieri di montagna, con forte pendenza, curve difficili e molti salti. Serve una Mountainbike più robusta e attrezzata rispetto a quella classica, un kit di sicurezza e...tanta voglia di adrenalina e di mettere alla prova i propri limiti.

mercoledì 2 dicembre 2009

Il buon "qualunquista"



“Questo è il giornale dell'uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio, è che nessuno gli rompa le scatole.” Guglielmo Giannini

Nel 1945, con i durissimi anni di guerra alle spalle e i 20 anni di regime fascista, il commediografo e giornalista Guglielmo Giannini, fonda il "Fronte dell'uomo qualunque", inizialmente movimento e poi partito, sull'onda del successo dell'omonimo giornale che già si stampava a Roma dalla fine del '44. Il settimanale fondato da Giannini stesso e battezzato “L'uomo qualunque” è molto figurativo: inserito nella U maiuscola si vede un torchio che schiaccia una striminzita immagine di uomo: è il simbolo della classe politica che opprime il piccolo borghese, il travet, insomma l'uomo qualunque. Sotto la testata c'è una rozza vignetta dove un poveraccio scrive su un muro: Abbasso tutti. Ai piedi di pagina vi è un'autobiografia del direttore, ossia Giannini, intitolata Io.
Il successo della publicazione non tarda ad arrivare: dalle 25.000 del primo numero, si arriverà alle 850.000 del maggio del 1945.

Il movimento qualunquista rifiuta qualsiasi caratterizzazioni ideologica e si limita ad assumere le difese del cittadino medio
, “l'uomo qualunque” appunto, che dopo esser stato oppresso dalla dittatura fascista, si sente minacciato dalle “dittature” non meno soffocanti, a loro dire, dei partiti del Comitato Liberazione Nazionale. I punti cardine del programma sono:
  • Lotta al comunismo
  • Lotta al capitalismo della grande industria
  • Propugnazione del liberismo economico individuale
  • Limitazione del prelievo fiscale
  • Negazione della presenza dello Stato nella vita sociale del paese

Come si vede dal successo della rivista e dai numero di voti ricevuti poi dal partito (Il 2 giugno 1946, alle elezioni nazionali per la nascita dell'Assemblea Costituente, il Fronte dell'Uomo qualunque ottiene 1.211.956 voti, pari al 5,3% delle preferenze, e manda all'Assemblea costituente 30 deputati diventando il quinto partito nazionale) il movimento riscuote notevoli successi, soprattutto presso la piccola e media borhesia del Centro-Sud, spaventata dall'avanzata delle sinistre. Tuttavia il successo finisce già nel '47 quando, dopo aver già perso molti voti, nelle elezioni politiche del 18 aprile entra nel Blocco Nazionale una coalizione elettorale di centro-destra insieme al PLI.

In verità il “qualunquismo” come atteggiamento di diffidenza nei confronti dei partiti e in genere della politica, che si vorrebbe risolta nella buona amministrazione (“basta un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre”), come esaltazione dei valori dell'individuo, contro le tendenze stataliste e la fiscalità esiste da molto prima che qualcuno gli desse un nome. Tendenze qualunquiste sono sempre state presenti in regimi parlamentari, manifestatesi tuttavia in adesione a partiti conservatori o semplicemnte astensione dal voto. Nel periodo tra le due guerre queste tendenze confluirono in larga parte nei movimenti fascisti o parafascisti che proclamavano la loro avversione nei confronti della politica tradizionale e ne proponevano una nuova basata sul drastico accentramento del potere decisionale.

Negli ultimi decenni quasi tutte le democrazie occidentali hanno visto nascere tali movimenti. In italia il risentimento è mosso soprattutto dal fisco ritenuto troppo esoso, dalla classe politica accusata da un eccessiva invadenza nella società civile e soprattutto di totale inettitudine e corrotta.
Non è così difficile infatti riconoscersi nelle tesi di Giannini: chi non ha mai pensato che lo stato sia troppo lontano dall'individuo e che “basterebbe un buon ragioniere” per amministrare tutto? La questione del se paragonare i movimenti nati ultimamente di questo stampo al “Fronte dell'uomo qualunque” è solo tema di dibattito, ma la storia insegna e questo post è scritto per aiutare a ricordarla.

Fonti:

Wikipedia

Giardina, Sabbatucci, Vidotto “Profili storici”

martedì 1 dicembre 2009

Post.it: nuovo album di Sting


E' uscito i primi di Novembre il nuovo album solista di Sting "If on a winter's night". A sei anni dall'ultimo album, Sting riscopre le tradizioni anglosassoni e decide di esplorare e cantare la sua stagione preferita, l'inverno. Un disco che si allontana molto dal classico album di natale a cui siamo abituati ma che invece ci fa accedere ad un mondo nuovo, intrigante e magico.
Consigliato l'ascolto.

lunedì 30 novembre 2009

Italiani nel mondo


Quanto è difficile l'integrazione?!Specialmente quando i numeri di immigrati presenti sul proprio territorio aumenta giorno dopo giorno, quando hai poco da offrire in termini di lavoro. Mai però parliamo della Nostra emigrazione: i numeri degli Italiani nel mondo possono ugualmente far riflettere. Il 19 novembre è stato presentato un rapporto con dei numeri precisi e significativi:
  • 3.915.767 Italiani residenti all'estero contro i 3.891.295 cittadini stranieri residenti in Italia.
Il numero delle partenze italiane è in continua crescita al contrario di quanto si possa pensare, con un ritmo inferiore rispetto al passato ma con un grado di preparazione culturale assai più elevato.
Sono i laureati ad andarsene, i ricercatori, i professori...di cui il 47,6% è una quota rosa.
La ripartizione continentale conferma il trend euro-americano, come i nostri antenati:
  • 55,8%: Europa
  • 38,8%: America
  • 3,2%: Oceania
  • 1,3%: Africa
  • 0,8% Asia
I primi tre paesi sono la Germania, l'Argentina e la Svizzera. Seguono Francia, Brasile, Belgio, Usa, Regno Unito, Canada e Australia.
Sono numeri che non ci toccano nella vita di tutti i giorni. Più della metà dei nostri connazionali sono emigrati all'estero e vi sono rimasti avendo trovato condizioni migliori.Altri vi sono nati e mantengono la nostra cittadinanaza. Purtroppo molto spesso si sentono anche svariate critiche da parte di Italiani che ormai vedono il loro Paese lontano e non recuperabile. Altri invece alla fine, dopo aver visto l'erba del vicino, ritornano per alimentare l'ormai mondiale luogo comune di "italiano mammone".
Potremmo quindi reagire pensando che rimanere in altri paesi significhi evitare di combattere le difficoltà interne e quindi non ascoltare le critiche esterne, oppure osservare da quali personalità arrivano certi "consigli" e aprire gli occhi.
Ognuno è libero di riflettere e prendere la propria posizione, l'unica cosa che oggettivamente deve essere rilevante è che una parte d'Italia ci sta sfuggendo di mano e non deve rimanere completamente una realtà lontana e distaccata.
Il presidente Napolitano ripeta molte volte: "Non dimentichiamoci di essere stati un Paese di Emigrazione", forse è anche il caso si domandi il motivo per cui continua a esserlo...

domenica 29 novembre 2009

Post.it: L'Italia del golf


L'Italia e' campione del mondo di Golf. In Cina i fratelli Edoardo e Francesco Molinari si sono aggiudicati la World Cup, superando Irlanda e Svezia con un colpo di vantaggio. Un anno straordinario per il golf italiano si e' concluso con una impresa straordinaria.

venerdì 27 novembre 2009

La povertà degli altri


A volte certi spunti di riflessione nascono dalla vita quotidiana, da una passeggiata, da un paesaggio...e proprio mentre cammini ti può capitare di assistere a scene di cui conosci l'esistenza, in cui sai bene di imbatterti facilmente, ma che ti lasciano comunque un vuoto dentro: vedere una giovane mamma con il suo bambino piccolo rovistare tra i rifiuti della spazzatura del supermercato non può lasciare indifferenti! Eppure sappiamo la gravità della situazione economica. La povertà è un problema serio,storico, ma quanto la percepiamo vicino a noi?
Ecco che nasce la volontà di informarsi, smettere di fare tante chiacchiere e capire che forse non si sta lavorando molto bene per migliorare la vita dei cittadini. Dai dati Istat distinguiamo tra:


  • Povertà relativa: la capacità di spesa inferiore a metà della capacità di spesa media italiana sta colpendo 8 milioni e 78 mila persone, il 13,6% della popolazione. L’11,3% delle famiglie dispongono, per i consumi e i servizi, di una somma inferiore ai 500 euro al mese.
  • Povertà assoluta: persone che subiscono una qualità di vita ‘al di sotto di un minimo accettabile’; colpisce 1 milione 126 mila famiglie, cioè 2 milioni 893 mila cittadini, equivalenti al 4,9% della popolazione.

Il fatto peggiore però è che c'è una buona percentuale di famiglie a rischio povertà, specialmente nel Mezzogiorno e nel numero sempre crescente di immigrati.
Non ci rendiamo nemmeno conto della grandezza di questi dati, ed ecco perchè certe immagini non le vogliamo accettare quando si presentano davanti.
Presa una minima coscienza del problema, si tratta di vedere quali provvedimenti utilizzare per migliorare, o meglio prevenire, la situazione, sfruttando al meglio i soldi destinati al benessere sociale.
Come sempre i soldi vengono messi a disposizione, ma non si sfruttano nella giusta direzione. Qualche esempio:
  1. Social Card: 40 euro in più al mese dopo aver ricevuto la certificazione di povero. Risultato: sono state erogate il 60% di carte in meno di quelle effettivamente richieste; la maggior parte non sono mai state ricaricate con conseguente imbarazzo per chi le esibiva; soldi a fondo perduto senza possibilità di sviluppo.
  2. Bonus per le famiglie: secondo una stima preliminare resa nota dal coordinamento della consulta nazionale dei CAF della CISL le domande raccolte ammonterebbero a circa 2,9 milioni, una cifra nettamente inferiore agli 8 milioni di aventi diritto ipotizzati dal Governo.
Insomma una marea di soldi buttati, un progetto fallito prima di nascere, una superficialità politica!
Attenzione, qui non si vuol parlare di come eliminare la povertà nel mondo, ma semplicemente della differenza tra semplice assistenzialismo e progetto politico-sociale!

"Per combattere la povertà serve per prima cosa la volontà politica di farlo, che finora è mancata” - questo è il messaggio inviato da Caritas e Fondazione Zancan.

Aiuti concreti come occupazione, tariffe degli asili più accessibili, diminuzione dei costi scolastici, formazione del Mezzogiorno... sono solo piccoli esempi per dare un futuro, nel far credere alle persone di poter contrastare con le proprie mani la situazione difficile che ogni giorno devono subire, senza fare del vergognoso pietismo e non creare dei presupposti per una vita dignitosa.Le persone hanno bisogno di speranza, di strumenti da utilizzare! Le persone in difficoltà chiedono aiuto, non pietà!
Ci sono uomini che ogni giorno lottano per questi progetti ma non vengono ascoltati per misteriosi motivi... si preferisce perseverare negli errori.
Un po' come andare nei paesi del 3° mondo, portare tante casse di bottiglie d'acqua senza spiegare come si fanno i pozzi, come crarsi le strutture... Dove andranno queste bottiglie d'acqua? Quante persone disseteranno?Quanto dureranno?E dopo?
Questo è ciò che in un Paese civile, nel 2009, i nostri economisti credono di fare, scontrandosi però con i fatti della realtà...
Conseguenza: visti gli scarsi risultati sembra che i fondi destinati alla povertà siano destinati a diminuire nei prossimi anni. Alla fine, finisce sempre in questo modo... non per niente spesso il Premier ribadisce che la crisi e la povertà non esistono...finchè si tratta della povertà degli altri!?

giovedì 26 novembre 2009

Post.it: l'universo è giovane e sano

Vi siete mai chiesti perchè il cielo di notte è così scuro? Sì d'accordo, ci sono le stelle ma perchè sono così poche? Infatti se l'universo fosse esistito da sempre, le stelle brillerebbero da sempre e quindi l'intero cielo sarebbe luminoso come il sole, poichè ogni nostro raggio visivo finirebbe su una di loro. Infatti sarebbe passato così tanto tempo che la luce di ogni possibile astro (infiniti appunto) sarebbe necessariamente arrivata ai nostri occhi.
Secondo la moderna cosmologia invece, le stelle non brillano da sempre ma al massimo da "soli" 13,7 miliardi di anni, la presunta età del nostro universo, e quindi la luce proveniente da innumerevoli astri lontani ancora ci deve raggiungere!

Per chi vuole tutta la storia...

martedì 24 novembre 2009

Dottorandi ladri




90 Università di Göttingen
Germania
91 Università di Birmingham UK
92 Università dell'Indiana
Bloomington
93 Università di Aarhus Danimarca
94 Università dell'Arizona
Tempe USA
95 Università della Virginia USA
96 Università di Friburgo Brisgovia Germania
97 Università di Lund Svezia
97 Università Rice USA
99 Università di Bonn Germania
99 Università di Sidney Australia

si riconoscono? sono tra le ultime 10 università che compaiono nella lista della Academic Ranking of World Universities, compilata dai ricercatori dell'Università Jiao Tong di Shanghai, dove gli istituti sono comparati e classificati secondo vari criteri numerici, fra cui le pubblicazioni su riviste scientifiche e Nobel attribuiti a ex allievi e personale corrente. Si può anche guardare tutta la lista ma dell'Italia non si vede neppure l'ombra.
La storia è vecchia, si sà, l'italia è indietro in tutto ciò che fa, non si farà certo un'eccezione per il mondo accademico. Tuttavia un intervista a Pierpaolo Degano, professore ordinario di informatica all'Università di Pisa e coordinatore dei dottorati in informatica, comparsa sulla rivista "Le scienze" in questo mese merita di essere riportata perchè in poche righe riassume decenni di storia universitaria italiana.

Che cosa se ne fa l'Italia di persone con una formazione universitaria superiore, come un dottorato di ricerca?
Se ne farebbe molto, perchè sono persone formate per innovare, curare progetti, pensare strategie. E se rimanessero nel nostro paese darebbero un forte contributo al suo sviluppo. [..]

D'accordo: diciamo che i neulauerati bussano alle porte delle università italiane entusiasti di fare il dottorato. Poi quando avranno finito che cosa faranno?
In effetti ecco il problema. L' università non è in grado di assorbirli. E l'industra fa fatica a capire che un dottore di ricerca ha una formazione superiore rispetto ad un laureato. (stime riportano che tra università e industria trovano lavoro il 5,5 % dei dottorandi). Però attenzione: un'indagine su i dottori che hanno conseguito il titolo tra il 2005 e il 2007 mostra che più del 90% dopo lavora. Poi. è vero, molti vanno all'estero.
Nel 1999 chiamammo un gruppo di esperti stranieri a valutare il nostro Dipartimento. ci fecero i complimenti, andò tutto bene, ma alla fine ci chiesero: "Perchè spendete tutti questi soldi per preparare dottori di ricerca che poi vengono da noi e arricchiscono i nostri paesi?"

E voi come avete risposto?
Allargando le braccia. [..]

Quanto costa un dottore di ricerca e che fa?
Si tratta di giovani sui 25 anni che devono seguire corsi e tenere esami. I corsi sono fatti per loro con docenti anche appositamente chiamati dall'estero. Poi i dottorandi cominciano a fare ricerca,: vanno ai congressi e trascorrono periodi all'estero, stabilendo contatti fondamentali.
tutto questo per 1000 euro al mese: compresi gli oneri sociali, fa 48.000 euro di borse di studio per tre anni. Più i corsi, i laboratori, i periodi all'estero fa 70.000 euro. L'autostrada Salerno-reggio Calabria costa 30 milioni di euro al chilometro.

Questo però è un periodo di grave difficoltà. Possiamo dirci che non si taglia sul futuro, ma molti fanno fatica anche a vedere un presente.
Per carità, certo. Siamo tutti pronti a fare sacrifici. Ma è una questione di strategie. Dopo la riunificazione tedesca, nella Germania dell'Est c'è stato un aumento importante della disoccupazione, tutto a carico dei cinquantenni: si è scelto di salvare i trentenni.
Invece nelle nostre università ci sono gli anziani, superprotetti e i trentenni, protetti da nessuno. sarei felice se i nostri figli avessero le oppurtunità che abbiamo avuto noi, a costo di non vedere più crescere il mio stipendio. Si chiama "futuro" e "bene comune". Perchè proprio in un momento di crisi c'è bisogno di formare persone capacidi gestire l'innovazione. E con tutto l'affetto, non possono essere i Cipputi.

La strategia dei governi sembra chiara: non sappiamo come assorbire queste persone perchè le università sono un colabrodo di fondi e stiamo pagando gli effetti devastanti di decenni di clientelismi e incopentenza amministrativa? L'industria italiana è principalmente di natura commerciale o finanziaria senza contare poi la massa di industrie manifatturiere che poco son disposte a spendere in ricerca e sviluppo? Beh allora non resta che tagliare, permettere a meno persone di usufruire di questo diritto, senza così rischiare di non perdere altro denaro invano.

Ecco qua un piccolo conto trovato su un blog :

Immaginiamo per assurdo che -nell'anno 2006- un bambino completi l’intero ciclo di studi: calcolo al limite dell’impossibile, ma che può certamente dare un’idea di quanto spenderemmo per formarlo, dalla scuola primaria fino alla laurea (restringiamo per comodità il calcolo a questi gradi di studio).

Allora: 7716 dollari moltiplicati per i cinque anni della scuola primaria, fanno 38.580 dollari.

Gli 8527 dollari della scuola secondaria inferiore, moltiplicati per tre anni, fanno 25.581 dollari.

Gli 8474 dollari della scuola secondaria superiore, moltiplicati per cinque anni, fanno 42.730 dollari.

Infine, ipotizzando una laurea di cinque anni, aggiungiamo altri 8725 dollari per anno: fanno 43.625 dollari.

Ora sommiamo: 150.516 dollari = euro 101.282 (al cambio corrente).

L’Italia butta dunque letteralmente dalla finestra oltre 100mila euro per ciascun giovane professionista che lascia questo Paese. Non male: se -come pare- nel 2007 ben 11.700 laureati hanno preso la via dell’estero (nella maggior parte dei casi per non tornare più indietro), la perdita economica, solo per quell'anno, è stata -a spanne- di 1.761.037.200 dollari, all’incirca 1.184.999.400 euro.
Avete letto bene: UN MILIARDO SETTECENTOSESSANTUNO MILIONI TRENTASETTEMILA E DUECENTO DOLLARI. BUTTATI.
(altro che evasori fiscali!! :) )
E allora di fronte a queste cifre la strategia governativa sembra la migliore.
O no?

"......Si chiama "futuro" e "bene comune". Perchè proprio in un momento di crisi c'è bisogno di formare persone capacidi gestire l'innovazione. E con tutto l'affetto, non possono essere i Cipputi........."

lunedì 23 novembre 2009

Ikea: un caso difficile.


Attenzione: questo post non vi chiarirà le idee.

Giorni fa mi son detto "Perchè non scrivere un post sull' Ikea? Ho già letto qualcosa, mi cerco tre-quattro fonti attendibili che così mi chiarisco un pò le idee, e vedo cosa riesco a trarne!"

Bene, il risultato è solo una grande confusione. L'Ikea è una della più grandi multinazionali al mondo, il suo catalogo è il terzo "libro" più letto al mondo, dopo la Bibbia e Harry Potter, i suoi mobili sono nelle case di milioni di persone, operai, calciatori e designer, è vista di buon occhio anche da una grande fetta di quel pubblico "di sinistra" tendenzialmente contro multinazionali e derivati. Fa dei buoni mobili, attua grandi politiche ambientali e si sforza di cercare nuove idee per ridurre imballaggi, materiali usati, utilizzo di viti e assemblaggi vari. Mobili facilmente montabili (e smontabili) che il cliente si porta a casa direttamente. Insomma, chi non amerebbe un'azienda così?

E invece di lati oscuri ce ne sono molti. Alcuni molto discutibili, altri meno. La questione più scottante riguarda come l'azienda si pone davanti ai suoi dipendenti. Sfruttati, sotto pagati, affrontano mensilmente straordinari obbligati, poi c'è il lavoro minorile, l' assenza di sindacati ecc..
Ovviamente in ogni nazione si hanno problemi diversi, ma comunque il dipendente Ikea, quello che trovate nei negozi, sembra proprio che non se la passi bene.

E quindi? Dov'è finita tutta l'etica? Un mondo migliore, una vita migliore..
ma comunque, parliamoci chiaro, tutto prevedibile. Un baco, un grosso baco, da qualche parte doveva esserci.
Non sono solo queste le critiche che gli vengono mosse però..

La sua struttura organizzativa e giuridica, per esempio. L' Ikea è un' azienda non quotata in borsa (non è obbligata a pubblicare i suoi bilanci), ha la sua vera sede in Olanda, gode quindi di grandi agevolazioni fiscali, e rende tutto legale tramite una serie complicatissima di passaggi e cavilli (leggete questo articolo di Altreconomia)

Ulteriore critica, forse la più forte in assoluto, è fatta al "sistema ikea", quella presunta follia consumistica e omologatrice di cui Ikea sarebbe il simbolo. Tutti i mobili uguali, tanti oggettini inutili da poter comprare, insomma ci renderebbe dei fantocci schiavi di desideri materiali.
Parliamoci chiaro, di chi è colpa? Del sistema che ci obbliga, o di noi che compriamo compriamo compriamo? Ikea, al di là di tutto, fa un buon mobilio, con idee spesso veramente carine ed utili, ad un prezzo accessibile ad un numero vastissimo di persone. Omologazione o scelta? Nessuno ci obbliga a comprare ogni puttanata presente in negozio, e personalmente non mi sento una vuota entità vittima della postmodernità a comprare la libreria Billy.

Come concludere questo post? Non so, questa azienda ormai non tanto svedese, non più etica, ma comunque conveniente, funzionale e attenta all' ambiente, mi ha messo in confusione.. che fare? Tutto questo a mio avviso dimostra che oggi, in questa società, il "bene" e il "male" spesso veramente si fondono, e che risulta difficile portare avanti un pensiero, una etica. E' finita da anni l'età delle ideologie, oggi dobbiamo scontrarci con realtà complesse, articolate e non facilmente riassumibili, come questo post, pieno (di dubbi) e vuoto (di certezze).

Alcuni link (consigliata la visione)


Mirko

domenica 22 novembre 2009

Post.it: CyberCarpet, una palestra alternativa


Per chi non avesse idea di dove andremo a parare con la tecnologia, è nata una nuova idea di Tapis Roulant hi-tech, il CyberCarpet, destinato a rivoluzionare il suo noioso antenato. Si tratta di un piccolo pavimento su cui il cliente farà attività fisica: sono forza e accelerazione di chi vi cammina sopra a determinarne velocità e direzione. Immaginate quindi di allenarvi su un tapis roulant che non vi faccia annoiare, con l'aiuto di un casco multimediale che vi farà immedesimare in paesaggi virtuali che solo possiamo sognare come prati, colline, ruscelli ecc.... Un aiuto per muoversi con più serenità e libertà "mentale".

venerdì 20 novembre 2009

Mafiosi di Stato


C'è stato molto rumore, seguito da altrettanto silenzio intervallato da quella superficialità e criticità tipica italiana quando alcune persone si evidenziano particolarmente: è il caso di Luigi De Magistris. Ha intrapreso la carriera di magistrato nel 1995 e dal 1998 al 2002 è stato magistrato presso la Procura della Repubblica di Napoli per poi passare come Sostituto Procuratore della Repubblica al Tribunale di Catanzaro.
Non ripercorriamo nè tantomento lodiamo la vita di quest'uomo, ma fermiamoci a riflettere sui fatti oggettivi.Le sue inchieste più importanti sono state:
  • Poseidon: presunto uso illecito di denaro pubblico legato agli aiuti comunitari per 200 milioni di euro.
  • Sbp:contributi europei chiesti per l'avvio di una attività imprenditoriale in Calabria che avrebbe dovuto creare occupazione per 40 persone.
  • Why Not: presunta loggia massonica coperta, che avrebbe influito sulle scelte di amministrazioni pubbliche per l'utilizzo di finanziamenti e l'assegnazione di appalti.
  • Toghe Lucane:"comitato d'affari" comprendente politici, magistrati, avvocati, imprenditori e funzionari avrebbe gestito grosse operazioni economiche in Basilicata.
In un Paese civile, tali inchieste avrebbero gridato allo scandalo, in Italia si è gridato allo scandalo per averle messe in piedi... Ed ecco come saprete che tali indagini sono state tolte dalle mani di De Magistris e poi infangate con l'implacabile passare del tempo: era il 21 settembre 2007, quando il ministro della Giustizia Clemente Mastella (per una volta non è Berlusconi) chiese al CSM il trasferimento cautelare di De Magistris e del procuratore capo Mariano Lombardi. Stupendo: te accusi me quindi io abuso del mio potere. Ma il punto è un altro: da quel momento se vi ricordate il tema centrale non fu più l'accusa, ma la classica "solidarietà" popolare, che poi pian piano degenera in critica. Sono i casi di Beppe Grillo, di Di Pietro e molti altri, applauditi nelle piazze e criticati quando raccolgono firme, quando occorre prendere una posizione. Populisti, qualunquisti, volgari... Ma cosa dicono?BOH!
Rimanendo in tema però vorrei sottolineare il fatto di chi fossero gli indagati nelle inchieste di De Magistris. Mastella infatti è solo uno dei tanti, poichè si elencano esponenti di Sinistra, di Forza Italia, dell'UDC...per non parlare di magistrati o avvocati diciamo non eticamente valorosi. Insomma una bella fetta del cuore del nostro Paese (poi ci si chiede il perchè del malessere...) Proprio per questo motivo alla fine De Magistris è stato lasciato solo: la mia paura è che si pensi ogni volta che se qualcuno critica o accusa una grande fetta della realtà, vuol dire automaticamente che c'è dietro una mania di protagonismo oppure delle azioni illecite! Ma sarà sempre così?
Non è che quest'uomo è stato allontanato dal suo lavoro punto e basta?!
Ma non è finita qui....anzi il bello arriva sempre dopo: poichè non può più seguire la sua passione di magistrato, De Magistris si è candidato per l'Italia dei Valori e dal 2009 è presidente della commissione del Parlamento Europeo preposta al controllo del bilancio comunitario con un numero strabiliante di voti. Sapete che non va bene nemmeno questo?! Avrebbe usato la sua fama per far carriera politica! Non esiste la politica, ormai esiste nella mente collettiva solo la "carriera politica"...
Non commento dallo sconforto lasciando a voi il "dovere" di farlo magari leggendo i motivi delle scelte di De Magistris sul suo blog e sulla lettera inviata al Presidente Napolitano, in cui spiega il suo punto di vista sui "mafiosi di Stato". Una mafia interna che si deve combattere, poggiandosi sulle parole dell'ormai ex magistrato: " Proviamo a dimostrare - con umiltà, ma con grande coraggio e determinazione, nonché con straordinaria forza di volontà - che la Storia siamo noi."

giovedì 19 novembre 2009

Post.it: i grandi perchè dei bambini

Uno dei più grandi interrogativi dell'uomo è come la vita sia nata e come si sia quindi sviluppata sulla terra. Il problema è immenso in quanto già difficilmente si riesce a definire con certezza che cosa sia vita e che cosa non lo sia.
Negli anni '50 gli scienziati L. Miller e H.C. Urey con degli appositi esperimenti, dimostrarono che sotto certe condizioni ambientali plausibili per la terra di 3,7 miliardi di anni fa si potevano generare spontaneamente degli amminoacidi, i mattoncini Lego delle proteine, a loro volta i mattoncini Playmobil di tutta la vita. Ma dagli amminoacidi alle proteine c'è una bella strada.
Le teorie sono molte e quella più in voga vede come il primo componente l'RNA ovvero la fotocopia "brutta" del DNA che viene utilizzato dalle cellule come pennetta USB per trasportare le informazioni del DNA. Alcuni nuovi esperimenti hanno infatti dimostrato come sia possibile che questo composto possa esser nato da alcuni elementi presenti sulla terra e come sia potuto entrare in delle membrane lipidiche, una specie di gocciolone d'olio, a formare delle proto-cellule.
L'obiettivo ora è quello di ricreare in laboratorio degli organismi autoreplicanti, cercando così di riprodurre il film della vita dai suoi primi fotogrammi.