venerdì 30 ottobre 2009

L'Uomo dei Sogni



Avete mai pensato a quanto distanti sono immaginazione e realtà?
Normalità e pazzia? Sogno e pensiero?
A me piace immaginare questo confine come una piccola linea sottile, un limite valicabile, a volte misterioso, spesso pauroso...
Sarà per questo che il Mistero, l'Ultraterreno, l'Interpretazione di un sogno, la Religione...sono temi che ogni uomo è costretto ad affrontare. C'è chi li rifiuta, chi li combatte, chi li accetta e addirittura che ci crea un businnes...
Informo di una curiosità apparsa in rete oggi e comunicata per radio che mi ha lasciato impietrito per qualche minuto...Sapete che esiste un Uomo Dei Sogni?
Si tratta di un volto, mai visto nè conosciuto, apparso in sogno numerose volte a una donna di New York, la quale dopo averne parlato col proprio psichiatra e aver pubblicato un ritratto di questa ossessione su un sito Internet ha scoperto che nel Mondo non era la sola ad essere perseguitata, ma molte altre persone avevano fatto conoscenza con questo simpatico personaggio nelle proprie fasi rem.
Sul sito (www.thisman.org) potrete trovare varie testimonianze e farvi la vostra personale idea.
Sempre documentandomi, son venuto a conoscenza di molti altri casi simili che non sto a dettagliare poichè mi preme di più fermarmi a pensare alle teorie che sono alla base di questi fenomeni:subconscio collettivo o teoria religiosa. C'è chi dice che quest'uomo sia reale e abbia il potere di entrare nei sogni, altri son più propensi alla teoria di imitazione del sogno.Infine si può anche scaricare il tutto sulla casualità.
Siamo sempre lì: chiacchiere da bar o scienza da approfondire?
Il punto non credo sia se credere o meno a questi fatti, ma fermarsi a pensare che forse la razionalità dell'uomo non è onnipotente. L'ultraterreno ci affascina, ci intriga e ci esalta come esseri umani. Credere che ci sia qualcosa di strano in questo mondo è legittimo, poichè gli indizi sono dei più svariati a partire dalle profezie nate avanti Cristo fino ad arrivare alle madri defunte che azzeccano i numeri del Lotto (3 ambi su 3 estrazioni documentati) nei sogni delle proprie figlie. Non si tratta di credere in Dio, negli Ufo o nell'Uomo dei Sogni, ma nemmeno pensare di avere tutto sotto controllo...

giovedì 29 ottobre 2009

La farfalla può far male

Tutti ricordiamo il personaggio di Ian Malcom, il matematico un po' cagasotto di Jurassik Park e le sue spiegazioni dell' effetto farfalla: "il battito d' ali di una farfalla in Australia può provocare un uragano a New York". La frase, divenuta famosa nei Media, è una affermazione
fatta in una conferenza dal grande matematico americano Edward Norton Lorenz, che con i suoi studi sull'atmosfera ha cambiato radicalmente il modo di vedere i fenomeni naturali. Nella nostra cultura è infatti insito il concetto che ad una piccola azione corrisponda un piccolo effetto, ovvero se ti do una botterella tu ti sposti un pochino ma se ti do un calcio rotante voli dall' altra parte della città. Ebbene così non è in moltissimi fenomeni naturali. Per esempio potremmo pensare all'acqua nella pentola, tanto cara all' italiano, che se scaldata da 20 a 20,1 gradi centigradi non vede cambiare se non di pochissimo le sue caratteristiche, ma se portata da 99,9 a 100 gradi centigradi le proprietà cambiano drasticamente.
L'aspetto più incredibile delle teorie di Lorenz è appunto che l' evoluzione di un siste
ma come l' atmosfera è molto sensibile a piccole variazioni delle condizioni iniziali. Ovvero, se in Islanda vi è ora una temperatura di 15 gradi oppure di 14, questo può (nota bene: PUO' ma non DEVE) determinare se domani pioverà oppure ci sarà un gran caldo. Ecco perché fare previsioni del tempo è così difficile, ma ecco anche perchè il clima non ha un comportamento così intuibile. Si può pensare, indotti dalle normali esperienze quotidiane, che in fondo l' uomo non modifichi così tanto il mondo visto che poi ci sono oceani sconfinati, deserti e intere regioni disabitate. Ma non è così che va, e poiché quindi pure le nostre "poffette" hanno un ruolo sul clima globale, tutti noi abbiamo una responsabilità ancora più grande sul futuro del pianeta.

lunedì 26 ottobre 2009

Maledetto Medioevo


Ingorghi, traffico, strade sconnesse, niente piste ciclabili, barriere architettoniche, insomma direte voi, queste giunte comunali son proprio inutili, i soldi della provincia vanno proprio sprecati, l'attenzione dell'unione europea è assolutamente insufficiente. E invece no. Sapete di chi è la colpa? Del medioevo. Eh si, carissimi, le nostre belle città, i nostri simpatici paesi, sono vittime delle scelte sconsiderate che gli architetti e gli ingegneri medievali hanno effettuato secoli fa. Come porre rimedio a tutto questo? Difficile rispondere..il medioevo, oltre a tutti i problemi elencati, li rende anche irrisolvibili. Difesa dei beni culturali, delle strutture, e giù con regole e cose varie. Ora non fraintendetemi, tutto giustissimo, non sarebbe nemmeno tanto male se non ci fosse il miglior amico del medioevo a complicare le cose: le auto. La loro azione combinata richiede assolutamente una soluzione. Quale? Mha, bho, a vedere le situazione di Pisa, Firenze, Roma, nessuna. Le città continuano a vivere sul loro glorioso passato, che i turisti posso proprio vivere sulla loro pelle (nel senso peggiore del termine).
L'Italia non riesce a stare al passo coi tempi, e non riesce a dare soluzioni VALIDE ai problemi urbani, non riesce ad innovare e soprattutto non riesce a fare investimenti mirati, andando così a spendere milioni e milioni in progetti semi-irraelizzabili.
Una soluzione possibile? La città museo. I centri storici fortemente sottratti alla vita pubblica, al traffico, agli uffici e cose varie. Svago, mostre, concerti e musei, convegni e turismo. E noi, dove andiamo? Nelle periferie. E' più di dieci anni che la periferia è oggetto di interessanti studi in tutta Europa, terreno fertile per architetti che possono liberamente costruire, distruggere, creare finalmente una città a misura d'uomo. Da noi questo concetto stenta fortemente ad arrivare, le nostre periferie continuano ad essere agghiaccianti zone morte vittime di piani regolatori primitive, dove sorgono fabbriche e palazzoni prefabbricati, di dubbia qualità estetica e funzionale. Impareremo mai a guardare all'Europa (un esempio su tutti, Parigi), apprendere e riproporre? Il dubbio continua.

sabato 24 ottobre 2009

Eroi nel silenzio


Qualche tempo fa sono stati assegnati i Nobel.... avete già capito?!
Ora, io capisco il carisma, l'abbronzatura, la ventata di freschezza che porta con ....ma il Nobel per la pace è uno dei più seri e affascinanti e quando è stato fatto il nome di Obama sono rimasto un po' perplesso...
Sono un fervente sostenitore di Obama e spero possa fare qualcosa per il mondo, visto i potenti strumenti di cui è responsabile.
Però è anche vero che la mente mi va subito a quelle persone che tutti i giorni lottano tra la vita e la morte per un sorriso, per la protezione del prossimo, per i diritti dei più deboli...
Nel senso, anche alla Casa Bianca ci saranno situazioni difficili ma magari non come in Guatemala, dove si minaccia di morte chi si oppone alla violenza sulle donne. Tema scottante anche nel nostro Paese, magari leggermente strumentalizzato, ma è il caso di sottolineare la situazione in cui alcuni popoli sono costretti ancora a vivere.E' il caso di una donna attivista per i diritti umani, Norma Cruz, la quale con coraggio in un paese regredito e primordiale, ha cercato di far valere i diritti di un sesso che molto spesso non viene rispettato nemmeno in Occidente.
La sua organizzazione "Fondazione dei sopravvissuti" gestisce un centro di crisi per le vittime di violenza sessuale e offre sostegno a coloro che hanno il coraggio di intraprendere un'azione legale per portare i responsabili di fronte alla giustizia
Questa donna si è vista recapitare lettere di minaccia personali e familiari, ma continua la sua missione, senza compromessi o patti non scritti.....continua a combattere a proprie spese per l'ideale in cui crede senza dover render conto a nessuno. Lo Stato chiaramente non affronta il problema e lascia abbandonate a se stesse queste persone.
Si tratta di un piccolo esempio per sottolineare la presenza nel nostro mondo di persone valorose, ammirabili, affascinanti, che non hanno bisogno di vincere un Nobel per lasciare il proprio segno. Magari non le conoscerà mai nessuno, mentre Obama sarà su tutti i libri di scuola, ma è compito nostro informarci sul loro operato e cercare a nostra volta di fare il massimo nel nostro piccolo.

giovedì 22 ottobre 2009

Il posto fisso



Tremonti vuole il posto fisso. La cosa in realtà non dovrebbe stupire chi ha letto il suo libro uscito l' anno passato con il titolo "La paura, e la speranza". Il professore, dopo il primo agghiacciante capitolo (la paura appunto) in cui sviscera (a mio parere tuttavia in modo corretto e completo) i problemi e le ipocrisie del mercato globale e le cause sull' economia e sul benessere, passa alla speranza: un misto di idee di stampo pretamente conservatore e cattolico nella forma più bigotta e tradizionalista. Il rimedio principale sembra essere il focolare domestico e la donna che acquista una vangata di biscotti al figlioletto. Innovazione, leggi di commercio eque e tasse su paesi che producono con forza lavoro a basso costo sembrano essere idee da Collettivi Studenteschi.
C' è invece chi al posto fisso manco ci pensa o almeno così ha fatto fino ad oggi: la Danimarca. Il verde e fresco paese negli anni '90 ha inaugurato la "flexisicurezza" (Le Monde Dimplomatique - ottobre). Il datore di lavoro infatti, così come il collega americano o britannico, può licenziare senza indennità o problemi di sorta un suo dipendente. Questo ha tuttavia la garanzia di quattro anni coperti da indennità statali di disoccupazione, e soprattutto la certezza di trovare di nuovo lavoro di lì a breve. A due anni dall'attuazione i disoccupati schizzano da 300 mila unità a 47 mila!
Si sà, la crisi però arriva anche a Copenaghen e i disoccupati salgono a 107 mila, i soldi cominciano a scarseggiare e molti ora premono per allentare i sussidi sociali e aumentare le tasse (l' Iva è al 25 % che spesso si va a sommare alle "tasse verdi", ovvero su tutto ciò che produce anidride carbonica !).
Senza trascurare che un paese con 5 milioni di abitanti è molto difficilmente associabile all' italia sia per numeri, sia per storia e mentalità, vediamo anche che il modello non è perfetto e si poggia su basi che possono cedere.
Tuttavia a mio parere tutto questo ci può insegnare che anche i nostri stessi dogmi o consapevolezze (chi in italia che non sia un mafioso o un industriale di alto calibro non parla del posto fisso?) possono essere messe almeno in parte in discussione.
O forse ci può far solo sognare un luogo dove le decisoni politiche sembrano essere prima riflettute.

martedì 20 ottobre 2009

Luoghi comuni si o no?

Nell'ultimo post è stato discusso, tra gli altri, il tema della recente riforma scolastica. Per quanto possa condividere la tesi di fondo esposta nel post, credo che sia errata la forma in cui è espressa, o quanto meno, a mio avviso dobbiamo cambiare il punto di vista.
A me pare che se il luogo comune che la riforma Gelmini sia una delle "sette piaghe d' Italia" è errato, lo sia altrettanto quello di credere che certi corsi di laurea, giudicati a volte solo dai nomi "strani", siano alla base degli sprechi e del malfunzionamento dell' università italiana. Cito il caso che conosco meglio, quello di Scienze per la pace. Crediamo davvero che il corso, unico in Italia, sia fonte di sprechi? Un corso senza una sede fissa, con professori volontari? Credo che chi attacca, come è stato attaccato, un corso del genere debba prima ben informarsi, e valutare quali sono le cose che vanno e non vanno (perchè ce ne sono), perchè sennò si corre il pericoloso rischio di rispondere a luoghi comuni con luoghi comuni. A mio avviso vanno presi in considerazione quei corsi di laurea, addirittura quegli atenei, dai nomi ben più importanti ma assai meno produttivi. Moltissime università del sud (è brutto dirlo ma è vero) sono risultate la pecora nera dell'Italia e probabilmente d'Europa. Non per la stranezza dei corsi, ma per la resa nulla di facoltà come medicina o simili. Allora dov'è meglio infierire, su un corso come Scienze per la pace, il quale se avesse dei fondi avrebbe la sua validità, oppure su interi atenei spreconi, creati ad hoc per garantire cattedre a professori e famiglia?

L'importante è non fare di tutta un'erba un fascio, e di non alimentare credenze spesso messe in giro proprio da tendenze politiche, rosse o nere.

venerdì 16 ottobre 2009

Perchè io valgo...


Vorrei continuare a parlare di mode...mode di protesta!
E' bello come a Pisa si protesti su qualsiasi novità, specialmente se proviene da destra. Non che sia effettivamente di destra, basta che ci provenga...Cmq da una regione rossa che dice NO anche a se stessa non bisogna sorprendersi.
Mi viene da ridere quando leggo: "Accogliamo la Gelmini e Brunetta come meritano", un po' come Vasco in tour!?
Effettivamente hanno preso delle decisioni discutibili, o anche sbagliate senza dubbio, ma a nessuno passa per la testa che forse un cambiamento era necessario?Una scuola che smetta di dare lauree per "scienze del turismo" o "informatica umanistica" ecc...(con tutto il rispetto)?! A nessuno è venuto a noia di sentire barzellette sulle assenze degli impieghi statali?!
Poi la mania di protagonismo ha fatto degenerare il riformismo di questi "politici" ma magari qualcosa di buono nell'idea di fondo ci potrebbe essere....
Per esempio, lo sapete che le università si fanno pagare dalle aziende per fornire l'elenco dei laureati? C'è un vero e proprio tariffario! Quanti ne vuoi?1,2...se ne prendi 10 hai lo sconto!
In tempi come questi è stupendo sapere che, una volta finiti gli studi, una piccola azienda deve mettere le mani al portafoglio (già povero di per sè) per avere un colloquio con te...è etico?E' conveniente per gli studenti?Eppure è la nostra università amata!
Si paga anche per attaccare locandine e offerte di lavoro, master e specializzazione... Si paga per avere un filo diretto studente-lavoro.
Io rispetto corsi, professori, rettori e soprattutto gli studenti, ma cerchiamo di capire anche i motivi per cui molto spesso ci ritroviamo a compatire i neo-laureati: informiamoci e valutiamo oggettivamente quali aspetti sono da cambiare o meno, senza luoghi comuni.

Ringrazio Emanuel per le informazioni

Giovanni

mercoledì 14 ottobre 2009

Chi di penna ferisce di penna perisce

Potremmo partire con un comandamento (stile Mosè)

Senza mezzi di informazione non può esistere una democrazia

Infatti nella storia, i giornali in primis, nascono quando si comincia a parlare di libertà, nel senso borghese prima, e nel senso proletario, molto dopo. Poichè la moderna democrazia è fondata sul cittadino, questo ha il grave dovere di scegliere, dovere che ovviamente non può adempiere senza sapere una mazza di niente. Proviamo a immaginare che cosa "dovrebbe" sapere dai mezzi di informazione:
in primo luogo dovrebbe essere constantemente aggiornato sulle attività del governo in carica, sulle leggi promulgate e sul dibattito politico in atto. In questo ultimo caso dovrebbe anche essere informato su eventuali motivi di scontro, sulle possibili cause e sulle idee degli schiaramenti, così che possa farsi un'idea e prendere una decisione. Poi dovrebbe essere informato sulla realtà del suo paese in generale, sullo stato dell'economia, della sanità, dell'istruzione, insomma su tutte le strutture e attività che caratterizzano lo stato. Infine sarebbe bello anche sapere che cosa accade all'estero, che cosa fanno i governi altrui, almeno quelli europei, e quali sono le problematiche mondiali attuali (crisi, guerre, dittature, crisi umanitarie, stato dell'ambiente).
Questo è quello che mi viene in mente. O almeno, questo è quello che spesso provo la sensazione di non ricevere. Il problema è che l'alto compito del mezzo di informazione sopra detto è molto suscettibile a diventare il non troppo alto compito di arma del politico. Si sà, un giornale deve esprimere delle idee, ma quando queste sono indirizzate soltanto ad un attacco a lama sguainata contro certi schieramenti si comincia ad evadere un pochino dal ruolo sopradetto. E visto che sono tendenzialmente di sinistra mi domando per esempio a proposito di Repubblica: ultimamente alla redazione premeva di più informare il cittadino o far cadere un governo?
Ma con questo non voglio che cercare una scusa per ricordare e ricordarmi che cosa sia per me la vera libertà di inoformazione, che purtroppo spesso si vede solo nei film.

lunedì 12 ottobre 2009

Due pesi, due misure?


«Io sono un uomo e se lo sei anche tu devi rispetta­re la mia decisione, voglio mori­re ».

Queste sono le parole che Mbarka Sa­mi ben Garci, tunisino di 42 an­ni, ha detto al medico del carcere di Pavia circa un mese e mezzo fa. Già qui ci sono diversi elementi che danno da pensare… carcere.. tunisia.. morte.. ma forse è meglio spiegare la vicenda dall'inizio.

Il 16 luglio 2009 Mbarka, detenuto al carcere di Pavia prima per una condanna causa spaccio di droga, e in seguito per una condanna per violenza sessuale sulla sua ex convivente (importante sottolineare che si dichiarava assolutamente innocente di quest'ultima accusa), inizia a rifiutare cibo e acqua, dando il via ad uno sciopero assoluto della fame. L'accusa di violenza sessuale l' aveva profondamente offeso, e voleva far sentire la sua voce. Il 5 settembre è morto. Varie le accuse al carcere, ai medici, interventi troppo tardivi (il 2 settembre era stato ricoverato in ospedale), responsabilità di quello o di quell'altro. Fatto sta' che lui voleva morie. Voleva chiudere i suoi rapporti con il mondo. Per fede, per onore… voleva farla finita.

Questa volta l' eutanasia, perché alla fine di questo si parla, non è diventata un caso mediatico. Un breve e coinciso articolo al telegiornale, e probabilmente su qualche quotidiano, ma poi puf… tutto sommerso, tutto dimenticato. E dire che eravamo abituati a ben altri toni sul tema..il caso di Piergiorgio Welby se lo ricorderanno in molti.. « Come già Luca Coscioni, a mio turno sono oggi oggetto di offese e insulti, di pensieri, parole, aggressioni alla mia identità ed alla mia immagine, quasi non bastassero quelle perpetrate al corpo che fu mio e che, invece, vorrei, per un attimo almeno, mi fosse reso come forma necessaria del mio spirito, del mio pensiero, della mia vita, della mia morte; in una parola del mio essere » Scrive Welby in una lettera inviata al tg3.

Tanti altri casi, anche più recenti, hanno poi invaso i nostri salotti e a volte le nostre coscienze. Questa volta però, silenzio. Che differenza c'è tra un tunisino carcerato che si lascia morire di fame, e un malato di distrofia muscolare italiano, esponente politico, che, completamente lucido, decide di lasciarsi morire? Perché se ne è fatto due pesi e due misure? Perché la Chiesa non si è lanciata contro il carcere di Pavia? Bè, forse le cose sono cambiate, forse si sta accettando il fatto che la libertà di decidere della propria vita va rispettata, forse… o forse no. Aspettiamo che un altro uomo, bianco, socialmente rilevante chieda, in piena coscienza, di lasciarsi morire. Aspettiamo. E vediamo se i benpensanti continuano a starsene in silenzio oppure no.


Mirko

venerdì 9 ottobre 2009

In piazza...ma con calma


In galera, in galera....è appena nata la moda di inveire contro i reati del premier...uniamoci tutti, scendiamo in piazza, sfoghiamoci un po' e da lunedì tutti a lavoro.
Questa è l'idea che mi sono fatto dell'italiano medio. Pensavo fosse lo stereotipo dello studente, o dello pseudo-comunista che va alle manifestazioni senza saperne il motivo, ma mi sto ricredendo...purtroppo anche in età più avanzata si tende a percorrere la via più facile.
Magicamente in questi giorni, la maggioranza degli italiani ha scoperto che si voleva fare una legge che sospendeva i processi penali alle 4 cariche più alte dello stato...che vergogna! Come si chiama?Lodo Alfano? In galera tutti, la legge è uguale per tutti!!!
Ma io allora mi chiedo: dov'erano tutti questi moralisti, questi veri cittadini insieme al loro senso civile, quando fu proposta questa legge vergognosa che probabilmente fa ridere anche gli abitanti del Congo (con tutto il rispetto)?! Come mai le piazze con i banchetti dell'Italia dei Valori che raccoglievano le firme contro questa scandalosità sono rimasti semi-vuoti?! Come mai i giornali e le televisioni non informavano la gente di ciò che succedeva?
E ora invece, dopo che Berlusca è andato a signorine e che i magistrati hanno fatto il loro minimo e banale dovere di giudicare incostituzionale il Lodo, tutti in piazza?!
Ho paura, il fascino anti-berlusconiano è alto, ma perchè invece di pensare a chi deve andare in prigione, non si pensa a quali leggi ci fanno passare sotto il naso trattandoci come animali?!
Le 4 cariche più alte dello Stato diverse davanti alla Legge...Napolitano dov'era?Fini che ora sembra di sinistra?Casini e la sua chiesa? Ma soprattutto...noi dove eravamo?!
Quanto mi piacerebbe che le persone fossero informate e si muovessero per una causa che sentono dentro di loro a prescindere da chi si siede sulle poltrone...

sabato 3 ottobre 2009

Quando la Chiesa diventa Azienda


Toccherò un argomento molto delicato, di cui molto spesso si parla con superficialità e luoghi comuni. Sono dalla nascita, per cultura, tradizione e una qualche convinzione, un cristiano cattolico. Ne ho viste tante e ne sento ancora di più riguardo alla Chiesa e a chi vi sta d'intorno. Sono fortemente convinto che, come in tutte le realtà, ci siano i lati positivi e alcuni lati negativi di cui si fa cronaca molto più facilmente. Tuttavia, la degenerazione più grande di questa realtà che ora voglio affrontare è "quando la Chiesa diventa azienda". Per quanto mi riguarda, reputo questo aspetto il peggiore, il più umiliante che ci sia. In molte parrocchie i giovani non vengono considerati perchè non portatori di offerte?! In altre ogni persona è un numero da statistica per la gloria! In quelle più piccole invece fare tuti i funerali è già abbastanza! Ma i soldi....quelli si che fanno una parrocchia...
Un piccolissimo esempio banale: recentemente un sacerdote "genio" di un paese a me vicino (che non nomino per rispetto) ha deciso che l'esigenza maggiore della parrocchia era il rifacimento del campanile: senza esso, i parrocchiani avrebbero pianto tutto il giorno. Chiaramente il primo problema erano i soldi, ed ecco la genialata: ad ogni famiglia è stato consegnato un "calendario" mensile. Ogni mese, il capofamiglia sarebbe dovuto andare dal sacerdote a TIMBRARE la mensilità, la quale avrebbe confermato l'avvenuta "offerta". Un' offerta che poteva essere 10 euro, 25 euro o 50 euro ogni mese. In questo modo, il sacerdote avrebbe potuto tenere sott'occhio le famiglie generose e quelle supercattive che non collaboravano.
Questo è il messaggio che molti fedeli devono subire, questi sono i progetti che ALCUNI sacerdoti portano avanti, magari inserendo delle musichine automatiche alle campane 24h al giorno (molto simpatiche...) per ricordare alla gente il "pizzo" da pagare...
Se qualcuno si è mai informato...sapreste per esempio quanti soldi ogni mese servono per mantenere un bambino a distanza, farlo andare a scuola, dargli dei vestiti e del cibo per sopravvivere?!Basterebbe una rata del campanile...???
Non voglio saperlo, ma spero fortemente che i veri cristiani abbiano pensato con una bella risata a dove si sarebbe dovuto mette quel campanile...
Portiamo avanti i veri valori e lasciamo fare gli imprenditori a chi di dovere...il Cristianesimo è un'altra cosa!

Giovanni