lunedì 15 marzo 2010

Suicidio assistito


Si parla spesso di morte assistita. Si distinguono i vari casi. C'è chi si arrabbia sull'accanimento terapeutico e chi è a favore del diritto alla vita. Vorrei riportare un articolo comparso sul sito Pensierimayur su una legge stravolgente degli Stati Uniti. In questo caso si va addirittura oltre i casi limite discussi in Italia... Senza fare conclusioni affrettate o tirare giudizi superficiali sarebbe bene riflettere su una presa di posizione coraggiosa, azzardata, magari non condivisibile, però accettata dai cittadini:

"Quasi il 60% degli elettori ha sostenuto la legge, che è entrato in vigore il 5 marzo 2009, rendendo Washington il secondo stato dopo Oregon a consentire al medico -SUICIDIO ASSISTITO
:
Ai sensi della legge, un residente di Washington che ha almeno 18enne , mentalmente competente a cui è stata diagnosticata una malattia terminale che dà loro sei mesi o meno di vivere, può chiedere di essere somministrata una dose letale di farmaci da un medico. La legge è basata sul modello di una legge adottata nel 1997 da Oregon, dove 460 persone sono morte finora.

Primo anno di Washington di suicidio assistito, ha visto 63 persone esercitare il diritto di morire diritto, di cui 47 sono effettivamente morte - 36, con l'aiuto di un sovradosaggio, sette con la loro malattia e quattro per cause sconosciute. L'età di coloro che sono morti per overdose di barbiturici variava dai 48-95.

Più della metà di coloro che hanno voluto la procedura erano uomini, con le donne ferme al 45%. Stragrande maggioranza, i partecipanti erano affetti da cancro. Il motivo principale per cui hanno deciso di porre fine alla loro vita era che perdevano autonomia - un problema sollevato da tutti i 36 che sono morti.

Gli oppositori della legge avevano paura che le persone anziane potrebbero essere costretti ad uccidersi a causa che si vedono come un onere finanziario. Infatti, un quinto di coloro che sono morti erano preoccupati di essere un peso per la famiglia, gli amici o accompagnatori. Un partecipante ha citato le implicazioni finanziarie di un trattamento sanitario, come un fattore, anche se tutti coloro che avevano accettato il suicidio assistito avevano l’ assicurazione sanitaria.

Un gruppo di medici che si oppone alla legge, ha sottolineato che il medico che ha prescritto il sovradosaggio è stato presente solo in tre dei 36 casi in cui il farmaco è stato preso. "Senza un imparziale, testimone disinteressato al momento della morte non c'è modo di sapere se il paziente è sano di mente ... quando l'ingestione ha avuto luogo, o anche se il paziente ingerito volontariamente"

Ma Tom Preston, direttore medico , un sostenitore del diritto di morire, ha detto che lo screening psicologico è stato effettuato al fine di garantire che tutti i pazienti erano in grado di fare una scelta informata."

Questo è ciò che si legge. Ognuno può farsi la propria idea su un argomento che secondo me non ha diritto di avere una filosofia giusta e una sbagliata....ecco il motivo per cui sono scettico addirittura sul fare una legge a riguardo...

lunedì 8 marzo 2010

Borsa mia quanto mi costi


Un articolo di questo mese apparso in “Le monde Diplomatique” fa riflettere sull'effettivo ruolo della borsa nell'economia mondiale confrontato con il peso che in realtà le viene assegnato. In tempi di crisi si sente molto discutere della borsa e della sua importanza anche come indice di benessere dell'economia. Ma quale economia: reale o fittizia? Il titolo molto provocativo “E se si chiudesse la borsa?” mette subito in luce il punto di vista dell'articolo.

La borsa nasce dall'idea che mentre alcuni (i risparmiatori) hanno del contante in eccesso e desiderano farne qualcosa che lo faccia aumentare, ovvero investirlo in qualcosa di produttivo, vi sono altri, le imprese, che invece necessitano di contante per lanciare una certa attività, con la speranza che questa frutti più di quanto faccia spendere. A differenza dell'indebitamento bancario (il mutuo ad esempio), il capitale versato dall'azionista (il risparmiatore) è permanente e quindi il costo del finanziamento è molto più basso. In poche parole l'azionista è d'accordo con l'impresa a dargli del denaro (quasi) gratis con la promessa che i suoi guadagni (perdite) saranno proporzionali ai guadagni (perdite) dell'azienda.
Secondo l'articolo tutto questo in realtà non accade:

La borsa non finanzia le imprese. Infatti sono più i soldi che le imprese danno alla borsa che viceversa. Queste infatti sono costrette a comprarsi le proprie stesse azioni al fine di aumentarne il valore. Le imprese inoltre, per restare nel circuito borsistico, sono indotte non a migliorare la qualità, ma solo ad aumentare i profitti. Questo si rivela devastante in particolare per le imprese che offrono servizi pubblici, come ad esempio le ferrovie. (Recente lo scandalo che ha colpito la Deutsche Bahn a Berlino per risparmiare sulla manutenzione delle metropolitane al fine di aumentare il capitale aziendale in vista dell'entrata in borsa)

Nonostante tutto ciò i capitali borsistici aumentano sempre di più nonostante le imprese (ovvero coloro che dovrebbero farne uso) non aumentino ma anzi. Il risultato è che il mercato si chiude su sé stesso, non vengono finanziati progetti industriali nuovi ma solo l'inflazione di certe azioni già in circolo. Il finanziamento dell'economia reale (quella produttiva, quella che dà lavoro) risulta così sempre più estraneo alla borsa. Lo dimostra anche il fatto che la schiacciante maggioranza della produzione, fatta dalle piccole e medie imprese fa completamente meno della borsa.

L'articolo conclude così sottolineando come chiudere la borsa quindi non solo eliminerebbe un ente inutile e dannoso ai fini del capitalismo reale e quindi del lavoro e della ricchezza delle nazioni, ma eliminerebbe anche lo spettro della “ricchezza flash” ricordando che il denaro si guadagna solo nella misura delle possibilità della remunerazione del lavoro. Un bisogno dunque di riflettere sul vecchio detto “la fossa viene dal campo” che caratterizzava una civiltà, quella contadina appunto, che altro non conosceva se non l'economia reale.

lunedì 1 marzo 2010

L'era della prescrizione


In questi giorni è passato un po' sottovoce un evento, non storico poichè alquanto assurdo e non credibile dai nostri posteri.
Un evento come tanti dello stesso genere che stanno caratterizzando la nostra "era della prescrizione".
Proprio di prescrizione voglio parlare, in termini meno formali di quanto farebbe un avvocato, in termini meno oggettivi di un giornalista, ma da pubblico cittadino.
L'evento scatenante della mia riflessione è la fine del caso Mills: l'avvocato inglese David Mills è stato riconosciuto colpevole di aver testimoniato il falso nel processo All Iberian e Guardia di Finanza allo scopo di favorire l'imputato (il nostro Premier) e di aver incassato per quell'azione 600mila dollari. Ma il fatto si sarebbe verificato nel novembre 1999 e per tanto sarebbe prescritto, anche a causa della lunghezza dei tempi con cui è stato condotto il procedimento giudiziario.
Partiamo dalla definizione di Prescrizione in parole semplici: "La prescrizione nell'ordinamento penale italiano indica l'estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo."
Il tempo necessario a prescrivere un reato varia in considerazione della pena stabilita. I reati per i quali è prevista la pena dell'ergastolo non sono prescrittibili.
Senza addentrarsi nei dettagli è facile capire i motivi della prescrizione, legati al principio di ragionevole durata del processo.
Guardiamo la prescrizione da entrambi i punti di vista a grandi linee:
  • Accusato: se non si viene accusati dopo un certo periodo di tempo, difficilmente verranno portate prove schiaccianti, quindi lo Stato decide di non occupare più risorse per il caso. Inoltre non è giusta la presunta colpevolezza per il resto della vita per una persona magari innocente.
  • Vittima: dall'altro lato, dopo un periodo di tempo cinico, assurdo, legato a un reato che in qualche modo viene pesato, si vedono scomparire tutte le speranze di giustizia anche se in futuro fosse riconosciuto il colpevole.
Ora io mi chiedo, ma come si fa?! Vi rendete conto?! Senza addentrarci in casi pietosi che fanno scena, continuiamo con i processi del nostro Premier, rappresentante dell'Italia nel mondo, modello (in teoria) dei cittadini italiani. Usando la legge, rinviando i processi, cavalcando il trascorrere del tempo, una persona si può definire "colpevole ma prescritta". Figurarsi poi se in un Paese come il nostro tutto ciò fa notizia, figurarsi se passano per la testa le dimissioni, figurarsi se qualche tg avesse dato notizia della sentenza.
Leggendo un articolo di De Magistris:
" Forse non capiamo noi, forse siamo troppo accecati dall'accanimento contro Berlusconi, forse abbiamo smarrito ogni forma di garantismo, ma la sentenza con cui le sezioni unite penali della Cassazione si sono espresse sul caso Mills, non giustifica proprio l'ottimismo e il senso di rivincita che provengono dalle file del centrodestra. (...)La legge e la democrazia nel Paese sono sospese. Senza il minimo senso di pudore etico, quello che porterebbe a dimettersi dalla carica di premier colui che è implicitamente riconosciuto, anche dalla sentenza di oggi, come il mandante di un corrotto, cioè l'avvocato Mills, il deus ex machina dei conti off shore della Fininvest (l' "oscuro" Gruppo B su cui la magistratura si è a lungo concentrata)."

Su Wikipedia si leggono invece dei dati, non tanto recenti, quanto sconcertanti:

"Sono preoccupanti per il sistema giuridico le cifre che riguardano il ricorso alla prescrizione. Infatti se nel solo 1996 i processi conclusi con sentenza di non luogo a procedere per prescrizione dei termini si contavano in 56.486, nel 2003 gli stessi sono saliti a 206.000, quadruplicando."

E oggi?Nel 2010? In un futuro dove ci sono sempre più avvocati e l'ostruzionismo ai processi sarà sempre più di moda?!

Essendo un po' ignorante in materia mi chiedo se un pazzo, compiuto un reato, scappasse in Sud America...se dopo vari anni tornasse in italia, il suo reato sarebbe magari caduto in prescrizione sbaglio?! Quindi, questo maniaco potrebbe continuare a girare per le nostre strade senza problemi, rischiando magari di compromettere la vita di qualcun'altro?! Se qualcuno ha una risposta...
E magari sarei felice di sapere il motivo per cui devo essere rappresentato da dei politici legalmente condannati...?!