Senza mezzi di informazione non può esistere una democrazia
Infatti nella storia, i giornali in primis, nascono quando si comincia a parlare di libertà, nel senso borghese prima, e nel senso proletario, molto dopo. Poichè la moderna democrazia è fondata sul cittadino, questo ha il grave dovere di scegliere, dovere che ovviamente non può adempiere senza sapere una mazza di niente. Proviamo a immaginare che cosa "dovrebbe" sapere dai mezzi di informazione:
in primo luogo dovrebbe essere constantemente aggiornato sulle attività del governo in carica, sulle leggi promulgate e sul dibattito politico in atto. In questo ultimo caso dovrebbe anche essere informato su eventuali motivi di scontro, sulle possibili cause e sulle idee degli schiaramenti, così che possa farsi un'idea e prendere una decisione. Poi dovrebbe essere informato sulla realtà del suo paese in generale, sullo stato dell'economia, della sanità, dell'istruzione, insomma su tutte le strutture e attività che caratterizzano lo stato. Infine sarebbe bello anche sapere che cosa accade all'estero, che cosa fanno i governi altrui, almeno quelli europei, e quali sono le problematiche mondiali attuali (crisi, guerre, dittature, crisi umanitarie, stato dell'ambiente).
Questo è quello che mi viene in mente. O almeno, questo è quell
o che spesso provo la sensazione di non ricevere. Il problema è che l'alto compito del mezzo di informazione sopra detto è molto suscettibile a diventare il non troppo alto compito di arma del politico. Si sà, un giornale deve esprimere delle idee, ma quando queste sono indirizzate soltanto ad un attacco a lama sguainata contro certi schieramenti si comincia ad evadere un pochino dal ruolo sopradetto. E visto che sono tendenzialmente di sinistra mi domando per esempio a proposito di Repubblica: ultimamente alla redazione premeva di più informare il cittadino o far cadere un governo?
Ma con questo non voglio che cercare una scusa per ricordare e ricordarmi che cosa sia per me la vera libertà di inoformazione, che purtroppo spesso si vede solo nei film.
in primo luogo dovrebbe essere constantemente aggiornato sulle attività del governo in carica, sulle leggi promulgate e sul dibattito politico in atto. In questo ultimo caso dovrebbe anche essere informato su eventuali motivi di scontro, sulle possibili cause e sulle idee degli schiaramenti, così che possa farsi un'idea e prendere una decisione. Poi dovrebbe essere informato sulla realtà del suo paese in generale, sullo stato dell'economia, della sanità, dell'istruzione, insomma su tutte le strutture e attività che caratterizzano lo stato. Infine sarebbe bello anche sapere che cosa accade all'estero, che cosa fanno i governi altrui, almeno quelli europei, e quali sono le problematiche mondiali attuali (crisi, guerre, dittature, crisi umanitarie, stato dell'ambiente).
Questo è quello che mi viene in mente. O almeno, questo è quell

Ma con questo non voglio che cercare una scusa per ricordare e ricordarmi che cosa sia per me la vera libertà di inoformazione, che purtroppo spesso si vede solo nei film.
Condivido pienamente l'articolo, ci tengo solo ad aggiungere che l'informazione "perfetta" di cui narri (si purtroppo sembra che racconti una favola, e questa non è assolutamente un'offesa al tuo articolo) manca completamente della parte culturale. Informazione è solo politica? Informazione riguarda anche la scienza, l'arte, l'architettura, la musica, la letteratura...sennò qui continuiamo a far l'errore dell'informazione odierna, tutto cronaca (nera e rosa), cattiva politica e cattiva cultura (molto poca). Quando si parla di scienza sembra di ascoltare disney channel e vincenzo mollica è l'unico che per 5 minuti a settimana prova a dar vita al sottofondo culturale italiano (e nemmeno in maniera eccelsa). Quindi concordo con te per quanto riguarda l'informazione strettamente politica, sennò la mia idea di informazione "ideale" è più vasta.
RispondiEliminaMirko -staff maidirefine-
Mi ha molto impressionata un commento di Alexis de Tocqueville. Alexis fu un intellettuale ammiratore degli U.S.A. che furono oggetto anche del suo capolavoro La democrazia in America (1840). In un passo,tratto dal testo citato, scrive:
RispondiElimina"Quando gli uomini non sono più legati tra loro con legami solidi e permanenti,non si può ottenere che una moltitudine intraprenda un'azione comune se non persuadendo ognuno di quelli,la cui cooperazione è necessaria, che il suo interesse personale lo obbliga ad unire volontariamente i suoi sforzi agli sforzi di tutti gli altri. Questo non si può fare abitualmente e comodamente se non con l'aiuto del giornale; solo un giornale può arrivare ad inculcare in mille teste lo stesso pensiero. [...] Tanto più le situazioni si divellano e gli uomini si fanno quindi individualmente meno forti,tanto più si lasceranno andare con facilità a seguire la corrente e faranno fatica a mantenere personalmente un'idea che la folla abbandona. Il giornale rappresenta l'associazione; si può dire che parli a ciascun lettore in nome di tutti gli altri,e li influenza tanto più facilmente quanto più sono deboli individualmente. Il potere dei giornali cresce,dunque,man a mano che gli uomini diventano più uguali."
Suona triste e allarmante un testo siffatto,soprattutto per l'altezza cronologica in cui è stato steso.
L'intenzione dei mass media è tenere la popolazione ignorante (nel senso letterale ovvero colei che ignora) oppure abbassare il livello delle discussioni e degli argomenti trattati per vendere più copie possibili (non so se hai notato che la colonna di destra del quotidiano Repubblica pare Leggo)? E non credo che questa disinformazione sia del tutto inconsapevole
Parlare di disinformazione in Italia mi suona come un eufemismo. In Italia non esiste informazione, o perlomeno non esiste informazione alla portata della massa stessa, se si guardano i vari TG notiamo delle notizie scomparse, volatilizzate nel nulla per far posto ad interessantissimi servizi di approfondimento sul cibo preferito dagli italiani. Prendiamo ad esempio il caso Mills... ne avete sentito parlare al TG? A qualsiasi TG? La notizia è passata come sottotitolo. Ci credete se vi dico che in parlamento Europeo si discuteva della libertà di stampa in Italia?
RispondiEliminaLa scorsa volta sono venuti gli Americani a liberarci, questa volta chi se ne prenderà l'incarico? E' possibile che noi non siamo capaci di fare da soli?
Deluso e amareggiato.