lunedì 26 ottobre 2009

Maledetto Medioevo


Ingorghi, traffico, strade sconnesse, niente piste ciclabili, barriere architettoniche, insomma direte voi, queste giunte comunali son proprio inutili, i soldi della provincia vanno proprio sprecati, l'attenzione dell'unione europea è assolutamente insufficiente. E invece no. Sapete di chi è la colpa? Del medioevo. Eh si, carissimi, le nostre belle città, i nostri simpatici paesi, sono vittime delle scelte sconsiderate che gli architetti e gli ingegneri medievali hanno effettuato secoli fa. Come porre rimedio a tutto questo? Difficile rispondere..il medioevo, oltre a tutti i problemi elencati, li rende anche irrisolvibili. Difesa dei beni culturali, delle strutture, e giù con regole e cose varie. Ora non fraintendetemi, tutto giustissimo, non sarebbe nemmeno tanto male se non ci fosse il miglior amico del medioevo a complicare le cose: le auto. La loro azione combinata richiede assolutamente una soluzione. Quale? Mha, bho, a vedere le situazione di Pisa, Firenze, Roma, nessuna. Le città continuano a vivere sul loro glorioso passato, che i turisti posso proprio vivere sulla loro pelle (nel senso peggiore del termine).
L'Italia non riesce a stare al passo coi tempi, e non riesce a dare soluzioni VALIDE ai problemi urbani, non riesce ad innovare e soprattutto non riesce a fare investimenti mirati, andando così a spendere milioni e milioni in progetti semi-irraelizzabili.
Una soluzione possibile? La città museo. I centri storici fortemente sottratti alla vita pubblica, al traffico, agli uffici e cose varie. Svago, mostre, concerti e musei, convegni e turismo. E noi, dove andiamo? Nelle periferie. E' più di dieci anni che la periferia è oggetto di interessanti studi in tutta Europa, terreno fertile per architetti che possono liberamente costruire, distruggere, creare finalmente una città a misura d'uomo. Da noi questo concetto stenta fortemente ad arrivare, le nostre periferie continuano ad essere agghiaccianti zone morte vittime di piani regolatori primitive, dove sorgono fabbriche e palazzoni prefabbricati, di dubbia qualità estetica e funzionale. Impareremo mai a guardare all'Europa (un esempio su tutti, Parigi), apprendere e riproporre? Il dubbio continua.

4 commenti:

  1. Sono d'accordo con la sostanza del post.
    Certamente dev'essere perche' sono ignorante in materia, ma penso che in effetti non sia davvero possibile coniugare il rispetto per la citta' medievale e le esigenze della citta' moderna. In questo senso credo che sia eccessivo accusare li nostra politici di non riuscirci.

    Credo che la citta' di Lucca rappresenti un buon esempio di convivenza di antico e moderno. Per chi non lo sa Lucca ha un centro storico circondato da mura (quasi) interamente escluso alla circolazione, e vi sono numerosi parcheggi esterni dove poter piazzare la propria auto.

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  2. Se i nostri politici fossero consapevoli dei proprio limiti, avresti ragione tu. Il fatto è che veramente troppe troppe troppe volte ho visto (e quindi mi riferisco a casi perlopiù toscani, ma chissà quanti ce ne sono in tutta Italia) progetti che non tengono conto della struttura geofisica del terreno (Pisa e la sua piazza Vittorio Emanuele in primis) o delle eisigenze di un centro storico. Il caso di Lucca è sicuramente interessante e ammirevole, pur essendo alquanto limitato. Se il rispetto e la buona conservazione del centro storico sono ottimali, gli investimenti sulla periferia sono alquanto scarsi. Salvano la situazione le famose ville otto-novecentesche nei dintorni di Lucca, ma resta comunque un fuori città piatto e anonimo.

    Mirko -staffmaidirefine-

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  3. Concordo appieno con te che vadano rivalutate le periferie e che ora sia il momento di investire anche in progetti urbani di rinnovamento per questi luoghi.

    Per quello che conosco però mi ha lasciato perplesso l'esempio di Parigi, mi ha ricordato il buco nell'acqua che è stato la realizzazione della zona delle défense (vissuta di giorno e deserta dopo le 6 di sera) e i dibbatiti sulla costruzione di grattacieli nelle periferie. Sicuramente sei più informato di me, il mio voleva solo essere un appunto critico.

    Elia

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  4. L'esempio di Parigi l'ho fatto per due motivi:

    Il primo perchè è stata capace di non fermare il suo "centro storico" al 1890. Negli anni '60 è stata capace di grandi rimaneggiamenti urbanistici, ma soprattutto è riuscita ad accettare luoghi e edifici apparentemente in "netto contrasto" con l'ambiante circostante, centre Pompidou e le piramidi del Louvre in primis (sono tra l'altro due tra le architetture più importanti della contemporaneità).

    Il secondo è la Défense. E' vero, per ora è sempre un mezzo fiasco. Centro di innovazione estetica e tecnologica, il quartiere nuovo, adebito solo ad uffici e centri amministrativi, non è vissuto, gli affitti costano troppo, molti uffici sono in disuso. E' stato comunque un tentativo, forse troppo ottimistico, di creare un Parigi fortemente distaccata dal suo passato, una Parigi nuova e attenta alle nuove esigenze. Gli edifici comunque ci sono, quindi nuove politiche potrebbero comunque portare ad una rivalutazione del quartiere, un giorno.
    Altri esempi, magari non calzantissimi, potrebbero essere Berlino (città con il conto in rosso ma dove non si finisce mai di costruire, e di costruire BENE) e Bilbao (anonima città Basca che negli anni '90 ha intrapreso una politica di innovazione urbanistica e che oggi è meta ambita di appassionati ,e cuoriosi, di architettura contemporanea). Dove sono in Italia esempi simili? Città come milano non riescono nemmeno a tirar su un museo per l'arte moderna decente. Chissà, forse l'expò potrebbe portare una ventata di novità... oppure di sprechi.

    Mirko mdf

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