giovedì 29 ottobre 2009

La farfalla può far male

Tutti ricordiamo il personaggio di Ian Malcom, il matematico un po' cagasotto di Jurassik Park e le sue spiegazioni dell' effetto farfalla: "il battito d' ali di una farfalla in Australia può provocare un uragano a New York". La frase, divenuta famosa nei Media, è una affermazione
fatta in una conferenza dal grande matematico americano Edward Norton Lorenz, che con i suoi studi sull'atmosfera ha cambiato radicalmente il modo di vedere i fenomeni naturali. Nella nostra cultura è infatti insito il concetto che ad una piccola azione corrisponda un piccolo effetto, ovvero se ti do una botterella tu ti sposti un pochino ma se ti do un calcio rotante voli dall' altra parte della città. Ebbene così non è in moltissimi fenomeni naturali. Per esempio potremmo pensare all'acqua nella pentola, tanto cara all' italiano, che se scaldata da 20 a 20,1 gradi centigradi non vede cambiare se non di pochissimo le sue caratteristiche, ma se portata da 99,9 a 100 gradi centigradi le proprietà cambiano drasticamente.
L'aspetto più incredibile delle teorie di Lorenz è appunto che l' evoluzione di un siste
ma come l' atmosfera è molto sensibile a piccole variazioni delle condizioni iniziali. Ovvero, se in Islanda vi è ora una temperatura di 15 gradi oppure di 14, questo può (nota bene: PUO' ma non DEVE) determinare se domani pioverà oppure ci sarà un gran caldo. Ecco perché fare previsioni del tempo è così difficile, ma ecco anche perchè il clima non ha un comportamento così intuibile. Si può pensare, indotti dalle normali esperienze quotidiane, che in fondo l' uomo non modifichi così tanto il mondo visto che poi ci sono oceani sconfinati, deserti e intere regioni disabitate. Ma non è così che va, e poiché quindi pure le nostre "poffette" hanno un ruolo sul clima globale, tutti noi abbiamo una responsabilità ancora più grande sul futuro del pianeta.

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