sabato 19 dicembre 2009

Il mio eroe Topolino

Tutti lo conoscono, molti l'hanno letto o hanno visto i suoi cartoni animati da bambini (e anche dopo), e c'è chi ha realizzato la potenza comunicativa di questo soggetto. Topolino, insieme al mondo Disney, da quando si è inserito nel mercato della fantasia, è vittima di una feroce gara per acquistare un pezzo
della sua immagine.

Questo sfruttamento non è mai stato unidirezionale: nel 1935 la Società delle nazioni, l'ONU dell'epoca, nominò Topolino "simbolo internazionale di buona volontà" proponendolo come figura pacifica, eppure durante la guerra furono realizzati numerosi cartoni animati dove i nostri eroi combattevano, dalla parte
giusta naturalmente.

E' ovvio che il mondo di Topolino sia
solo una caricatura della realtà, dove
tutto è grottesco e più vicino al mondo
dei bambini. Come potrebbe essere
altrimenti? Se da bambino avessi
trovato su Topolino del piatto realismo,
non l'avrei letto a lungo.
Ma Topolino influisce tantissimo nel
nostro mondo, ci parla con la sua voce
buffa o attraverso i baloons dei fumetti.
Costruendo il mondo alternativo disneyano, gli autori in qualche senso hanno sempre fatto riferimento alla nostra realtà.


A prima vista come non notare quanto sia "proletario" il povero Paperino, perseguitato dallo zio miliardario e sfruttatore, o quanto sia "borghese" la figura di Topolino?

C'è chi ha letto nel "proletario" Paperino un messaggio profondo.
I primi a muovere critiche in tal senso furono due studiosi cileni, vissuti nei primi anni settanta nel Cile socialista e antiamericano di Allende.
I due non hanno risparmiato colpi ai fumetti disneyani, tacciandoli di propaganda al modello di vita statunitense, e arrivando addirittura a inquadrare Paperino come simbolo di tale cultura. Un estratto del
loro libro Come leggere Paperino dice:

"Finché la sua figura sorridente passeggerà innocentemente per le strade del nostro paese, finché Paperino sarà potere e rappresentazione collettiva, l'imperialismo e la borghesia potranno dormire sonni tranquilli."


Sembra quindi che Topolino proponga un messaggio tutto sommato tradizionalista.

Eppure, qualche anno fa, su qualche numero di Topolino furono pubblicate “Le Elezioni di Topolino”, per far giocare i bambini alla democrazia. Le liste candidate erano tre, fra queste la lista di centro-destra presentava elementi "negativi" come Rockerduck, il miliardario antagonista a Paperon de Paperoni (anche lui in lista) o Nonno Bassotto, e solo la lista di centro-sinistra non aveva personaggi "cattivi".
Sebbene ovattato dalla finzione fumettistica, questo sembrerebbe un messaggio chiaro da parte della redazione.

Ci sono molte storie del "topo" dove Paperon de Paperoni agisce da capitalista senza scrupoli, per esempio a danno dei suoi dipendenti, o dell'ambiente, ma la storia finisce sempre con zio Paperone che riceve una lezione. Per fare un altro esempio, su Topolino n. 1485 del 1984, c'è una storia che parla degli Alpini, presentati come eroi difensori della patria, in contrasto con i messaggi pacifisti dei volumi più recenti.

In conclusione, è poco probabile che Topolino abbia un messaggio politico unidirezionale, sembra invece che sia stato oggetto di strumentalizzazione da parte di tutti quelli che l'abbiano valutato un buon mezzo di comunicazione

1 commento:

  1. Completamente d'accordo con te. I casi in cui i celeberrimi personaggi Disney sono stati usati in virtù del loro potere mediatico sono veramente molti: negli anni quaranta ci fu una lunga serie di cartoni animati con Pippo protagonista, in cui egli era alle prese con le più svariate discipline (sci, nuoto ecc ecc); in una di queste puntate si parla di Pippo e la sua dipendenza dalla nicotina, un chiaro messaggio contro il fumo.
    Come non scordare poi le trovate tutte italiane sull'educazione alimentare, in cui Zio Paperone è alle prese con i bucatini e gli amici carboidrati, oppure con lo zinco e il ferro, grandi aiutanti del nostro organismo?

    Andrea Pazienza d'altronde vedeva Pippo come un hippie dedito al dolce far niente e al fumar canne, mentre Topolino, cinico e arrivista, cerca di convincerlo (anzi, di costringerlo) a firmare un contratto per il loro prossimo film.

    Sicuramente periodi storici e localizzazioni geografiche mutano il modo di intendere e interpretare un personaggio, non mi stupisce quindi che il mondo culturale artistico italiano abbia portato un colorito rossastro al periodico Disney.

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