sabato 12 dicembre 2009

Le conseguenze di Facebook & Co.


Le nostre identità, con il fenomeno del web 2.0 e dei social network, sono uscite dall'anonimato ed entrate nel grande calderone che oggi è la rete. Il processo è stato graduale e lievemente tamponato dalla pratica dei nickname, ma con il grande avvento di Facebook ogni barriera è caduta. Se nel grande oceano di identità visibili ogni identità diventa conseguentemente invisibile (l'esempio autoreferenziale del nostro blog ne è una prova: non abbiamo infatti avuto un innalzamento di lettori, come speravamo, nonostante il nostro approdo su facebook) è anche vero che chi cerca trova, e basta anche cercare poco.

Ma non tutti i mali vengon per nuocere, almeno per qualche genitore. E' infatti notizia di una settimana fa (La Repubblica) che negli Stati Uniti partirà a gennaio un nuovo servizio online che consentirà ai genitori di sapere tutto quello che i figli minorenni fanno. Safety Web, questo il nome del sistema, non sfrutta gli ormai obsoleti sistemi di protezione internet e parental control, ma tutte le informazioni fruibili legalmente da internet. Il servizio quindi si propone non di controllare passo passo ogni pagina che visita l'adolescente, ma di visionare i comportamenti a rischio, frequentazioni strane e suggerisce anche i metodi migliori per far si che questi non avvengano.

Come sottolinea il giornalista di Rupubblica (J. D'Alessandro) è un'operazione che ipoteticamente potrebbe fare chiunque, tempo e capacità permettendo. Questo forse è uno dei punti più controversi.. oggi è possibile violare altre identità, in maniera legale, e tutto per colpa/merito nostro, che immettiamo informazioni.
Sempre la settimana scorsa, su tutti i nostri account di Facebook è apparso un "Annuncio relativo alla privacy". Secondo l'avviso, avremmo potuto avere un maggior controllo sulla gestione delle informazioni personali. Vi invito a leggere l'ottimo articolo di Paolo Attivissimo, che ci spiega come, alla fine, le nuove "normative" ci spingerebbero a condividere pubblicamente più informazioni che in passato.

Anche il boss del social network Marc Zuckerberg si è deciso a sbandierare la su privacy rendendo pubbliche per la prima volta foto personali (qui sopra un simpatico esempio) e altri vari dati.

Combattere questo sistema, forse è impossibile. La società va avanti e con lei pure tendenze e modi di fare, di vivere, di intendere un concetto. Nonostante questo mi viene da domandarmi se forse non è il caso di farsi furbi, e di prendere precauzioni finchè siamo in tempo.

Mirko




3 commenti:

  1. Non c'è che dire... Una foto inquietante...
    Resta un solo dubbio: quello è l'effetto che fa Facebook oppure è Facebook che è nato da una mente così malata?

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  2. prendere precauzionii= evitare di pubblicare in rete preferenzesessuali/ammissionediconsumodisostanzeillegali/intenzionidicommetterereati/fotoditenudo/rivelazionediessereberlusconiano/appartenzasetta e non accettare l'amicizia del mostro di Firenze o suggerisci qualcosa di più sottile?

    Giulia

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  3. Mmm quelli da te elencati possono andar bene, però si sa, la prudenza non è mai troppa

    Mirko mdf

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