venerdì 27 novembre 2009

La povertà degli altri


A volte certi spunti di riflessione nascono dalla vita quotidiana, da una passeggiata, da un paesaggio...e proprio mentre cammini ti può capitare di assistere a scene di cui conosci l'esistenza, in cui sai bene di imbatterti facilmente, ma che ti lasciano comunque un vuoto dentro: vedere una giovane mamma con il suo bambino piccolo rovistare tra i rifiuti della spazzatura del supermercato non può lasciare indifferenti! Eppure sappiamo la gravità della situazione economica. La povertà è un problema serio,storico, ma quanto la percepiamo vicino a noi?
Ecco che nasce la volontà di informarsi, smettere di fare tante chiacchiere e capire che forse non si sta lavorando molto bene per migliorare la vita dei cittadini. Dai dati Istat distinguiamo tra:


  • Povertà relativa: la capacità di spesa inferiore a metà della capacità di spesa media italiana sta colpendo 8 milioni e 78 mila persone, il 13,6% della popolazione. L’11,3% delle famiglie dispongono, per i consumi e i servizi, di una somma inferiore ai 500 euro al mese.
  • Povertà assoluta: persone che subiscono una qualità di vita ‘al di sotto di un minimo accettabile’; colpisce 1 milione 126 mila famiglie, cioè 2 milioni 893 mila cittadini, equivalenti al 4,9% della popolazione.

Il fatto peggiore però è che c'è una buona percentuale di famiglie a rischio povertà, specialmente nel Mezzogiorno e nel numero sempre crescente di immigrati.
Non ci rendiamo nemmeno conto della grandezza di questi dati, ed ecco perchè certe immagini non le vogliamo accettare quando si presentano davanti.
Presa una minima coscienza del problema, si tratta di vedere quali provvedimenti utilizzare per migliorare, o meglio prevenire, la situazione, sfruttando al meglio i soldi destinati al benessere sociale.
Come sempre i soldi vengono messi a disposizione, ma non si sfruttano nella giusta direzione. Qualche esempio:
  1. Social Card: 40 euro in più al mese dopo aver ricevuto la certificazione di povero. Risultato: sono state erogate il 60% di carte in meno di quelle effettivamente richieste; la maggior parte non sono mai state ricaricate con conseguente imbarazzo per chi le esibiva; soldi a fondo perduto senza possibilità di sviluppo.
  2. Bonus per le famiglie: secondo una stima preliminare resa nota dal coordinamento della consulta nazionale dei CAF della CISL le domande raccolte ammonterebbero a circa 2,9 milioni, una cifra nettamente inferiore agli 8 milioni di aventi diritto ipotizzati dal Governo.
Insomma una marea di soldi buttati, un progetto fallito prima di nascere, una superficialità politica!
Attenzione, qui non si vuol parlare di come eliminare la povertà nel mondo, ma semplicemente della differenza tra semplice assistenzialismo e progetto politico-sociale!

"Per combattere la povertà serve per prima cosa la volontà politica di farlo, che finora è mancata” - questo è il messaggio inviato da Caritas e Fondazione Zancan.

Aiuti concreti come occupazione, tariffe degli asili più accessibili, diminuzione dei costi scolastici, formazione del Mezzogiorno... sono solo piccoli esempi per dare un futuro, nel far credere alle persone di poter contrastare con le proprie mani la situazione difficile che ogni giorno devono subire, senza fare del vergognoso pietismo e non creare dei presupposti per una vita dignitosa.Le persone hanno bisogno di speranza, di strumenti da utilizzare! Le persone in difficoltà chiedono aiuto, non pietà!
Ci sono uomini che ogni giorno lottano per questi progetti ma non vengono ascoltati per misteriosi motivi... si preferisce perseverare negli errori.
Un po' come andare nei paesi del 3° mondo, portare tante casse di bottiglie d'acqua senza spiegare come si fanno i pozzi, come crarsi le strutture... Dove andranno queste bottiglie d'acqua? Quante persone disseteranno?Quanto dureranno?E dopo?
Questo è ciò che in un Paese civile, nel 2009, i nostri economisti credono di fare, scontrandosi però con i fatti della realtà...
Conseguenza: visti gli scarsi risultati sembra che i fondi destinati alla povertà siano destinati a diminuire nei prossimi anni. Alla fine, finisce sempre in questo modo... non per niente spesso il Premier ribadisce che la crisi e la povertà non esistono...finchè si tratta della povertà degli altri!?

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